Cosa si nasconde dietro ai morbidi piumini d'oca?
Il mercato del lusso è sinonimo di qualità dei materiali?
Non sempre quello che paghiamo a peso d’oro è realmente migliore di altri prodotti sul mercato. Soprattutto nel caso del piumino d’oca. Nel 2014 Report, programma di Milena Gabanelli, denunciava l’orribile pratica dello spiumaggio con il il servizio intitolato Siamo tutti oche. Da due anni a questa parte la situazione non è cambiata più di tanto.
La produzione di piume negli allevamenti intensivi è una pratica crudele. Le oche vengono immobilizzate con testa e zampe legate per sbrigare velocemente il tutto. La carne, durante l'operazione, viene quasi sempre contusa, spesso lacerata e poi sommariamente disinfettata e ricucita, per limitare i danni e aumentare la produzione. Un processo che potrebbe avvenire naturalmente, nel periodo di muta, ma la quantità di piume non sarebbe sufficiente a coprire la richiesta di produzione. Quindi meglio sfruttare gli animali finchè sono vivi, così possono rendere quattro volte di più.
La provenienza del prodotto? Non è tracciabile
Una macchina infernale in cui le operaie, con una freddezza incredibile, spiumano circa 100 oche al giorno, una ogni tre quattro-minuti. Gli esemplari scelti hanno dai due ai quattro mesi, perché a quell’età il piumaggio è ancora soffice. Un processo tristemente legato al foie gras, dal momento che gli animali feriti e quindi destinati a morire, possono diventare facilmente carne da macello.
Secondo la Sicurezza Alimentare Europea tale pratica dovrebbe essere effettuata senza causare sofferenza o lesioni, in fase di muta e utilizzando la tecnica della spazzolatura lenta. Molti produttori, consapevoli del fatto che nei Paesi dell’UE lo spiumaggio di oche vive è illegale, scelgono di produrre in località escluse dall’ONU pur di risparmiare qualche soldo. In Ungheria ad esempio, seconda potenza per esportazione di materiale grezzo, diverso per categoria, leggerezza e prezzo.
L’etichetta del prodotto finale non è per niente illuminante su provenienza e modalità di produzione. Nessuno sa se siano piume cinesi, ungheresi o miscelate e se l’oca sia stata spennata da viva o da morta.
Come far fronte a questa crudeltà?
L’unico modo è non comprare prodotti che contengano piume d’oca e cercare alternative sintetiche che abbiano la stessa resistenza termica. Per questo motivo la LAV, una delle principali associazioni animaliste, ha messo a confronto il piumino Moncler, marca ritenuta fra i sospettati di questa pratica (importando piumaggio dall'estero) con due alternative eco-sostenibili ( un piumino della Save the duck e uno della North Face). Risultato? I materiali sono più traspiranti della vera piuma, solo leggermente meno termo-isolanti.
Ma volete mettere mettersi un maglione in più con il dar fine a una crudeltà fine a sé stessa?
di Irene Caltabiano
NO al PIUMINO D'OCA (immagini sensibili)