Cos'è il narcisismo conversazionale e come evitarlo
Parlare tanto, ascoltare poco
Il mondo ci urla ovunque:«Protagonismo!». I social sono una gara a chi pubblica la foto più glamour, una corsa a chi la spara più grossa, a chi trova il titolo più sensazionale.
Ma se tutti vogliono essere protagonisti, chi avrà il ruolo del pubblico? Un meraviglioso spettacolo non ha senso senza una platea attenta e gremita.
Utilizzo questa metafora perchè purtroppo le conseguenze di un mondo che ci spinge a sgomitare per farci ascoltare da tutti è un mondo che scarseggia di chi ascolta davvero.
Io, io e ancora io
Normalmente mi considero una persona abbastanza attenta agli umori altrui. Ma è altrettanto vero che spesso tendiamo a sopravvalutarci.
Qualche tempo fa mi è capitato di parlare con un’amica che aveva subito un grave lutto. La prima cosa che pensiamo sia giusta da fare è parlare della nostra esperienza in relazione all’evento stesso.
Così ho cominciato a dirle che anche io avevo perso mia madre in maniera simile e che potevo capire come si sentisse. Lei laconicamente e in maniera un po’ brutale, mi ha risposto che no, non potevo capirlo.
Inizialmente mi sono risentita di tale comportamento. In fondo stavo solo cercando di aiutarla! Rimasi un po’ lì a riflettere sul da farsi. Rendendomi conto che l'errore avrebbe potuto essere mio.
Spesso quando le persone condividono le proprie emozioni proviamo una sorta di disagio.Forse perché non succede spesso; per aprirsi su questioni molto intime bisogna sempre abbattere un muro di riserbo e pudore. Quindi, per rompere la patina di silenzio, ci viene spontaneo parlare di noi. Quando non ci rendiamo conto che, la maggior parte delle volte, le persone hanno semplicemente bisogno di essere ascoltate.
Condividere le esperienze?
Fateci caso. Pensiamo che la condivisione delle nostre esperienze sia la via migliore da prendere. Quando Mario ci parla della sua ricerca disperata di un lavoro parliamo di quanto sia stato difficile per noi trovare e mantenere il nostro. Oppure quando Silvia inveisce contro Francesco e su quanto sia stato bastardo a lasciarla in quel modo le ricordiamo della volta che Paolo ci ha mollate con un sms.
Insomma, tutte le volte che ci troviamo in situazioni del genere dobbiamo resistere alla tentazione di impadronirci di una conversazione.
Narcisismo conversazionale
Il sociologo Charles Derber, autore del libro The Pursuit of attention, chiama appunto questo comportamento narcisismo conversazionale e identifica due tipologie di risposta. Una deviante e una di supporto.
Un esempio di risposta deviante? Un amico ci rivela di essere molto stressato. Noi rispondiamo con: "Non dirlo a me! Anche la mia settimana di lavoro è un delirio!” E cominciamo a sciorinare tutti i nostri impegni. Una risposta di supporto potrebbe essere , ad esempio, chiedere il perché si senta così.
Da quel momento ho cominciato a fare più caso a come mi ponevo durante le conversazioni, ponendomi in una condizione di ascolto attivo. Anche quella si allena. E, alle volte, potremmo renderci conto che apprendiamo molto di più porgendo l’orecchio che esercitando la nostra parlantina.
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