Decalogo delle Bellezza: chi l’ha detto che di cultura non si può campare?
09.05.2017 17:20
Ci sono concetti, idee, manifestazioni d’essere, che, pur nella loro complessa definizione e delimitazione, impregnano la vita dell’uomo, indirizzando in modo preciso la quotidianità. La bellezza è tra questi. Essa ha attraversato i secoli assumendo il ruolo di una sorta scatola magica, la cui portata e capienza è stata determinata, di volta in volta, dal contesto storico e culturale di riferimento.
In epoca classica il termine veniva associato a tutto ciò che era caratterizzato da un’armonia formale, in grado di suscitare nell’osservatore una sensazione diffusa di gradevolezza e serenità. Secoli dopo, con l’avvento della modernità, il paradigma della bellezza è stato dapprima respinto e rovesciato, quindi recuperato e rivisitato, ampliandone considerevolmente i confini. Sempre più questa etichetta viene associata alla pregnanza contenutistica in grado di accrescere l’esperienza umana arricchendo la collettività, anche (o forse soprattutto?) laddove la forma è irriverente e dissonante, in quanto mette in discussione ciò che si ritiene acquisito/prestabilito.
A oggi, il concetto di bellezza vive di un respiro ampio e diversificato, che ricomprende al suo interno e abbraccia le realtà (apparentemente) più diverse e distanti. Il Partenone è indiscutibilmente bello, ma non da meno sono certi esempi di street art e album post-punk seminali come Metal Box dei Public Image Limited.
La bellezza imprime un marchio indelebile ai tempi che viviamo. Costituisce potente motore di sviluppo in termini sociali, economici e culturali. Preservare quella esistente, quindi, crea valore, e getta le basi per l’ideazione di ulteriori contenuti artistici in senso lato. È perciò fondamentale che la comunità solleciti politica e amministratori locali a mobilitare risorse destinate a conservare e incoraggiare il bello.
Sempre più spesso associazioni diffuse sul territorio si fanno carico delle funzioni di pressione e sensibilizzazione in tal senso. Nei mesi scorsi, a stilare un Decalogo della Bellezza sono state, in collaborazione, il Think Tank “Trinità dei Monti”, British School of Rome e British Council Italy. Qui è possibile leggerlo integralmente.
Nei giorni scorsi il documento è stato ripreso e discusso in occasione del primo Festival di Sky Arte, incentrato sul tema della Rigenerazione. La città che ha ospitato l’evento è stata Napoli, scelta indubbiamente emblematica e azzeccata. Quale luogo, infatti, incarna meglio del capoluogo partenopeo il vitale e vibrante mix di umanità, inventiva e dolente ironia che è tratto peculiare e distintivo di alcuni tra i migliori esemplari della bellezza nella cultura?
Ci sono concetti, idee, manifestazioni d’essere, che, pur nella loro complessa definizione e delimitazione, impregnano la vita dell’uomo, indirizzando in modo preciso la quotidianità
La bellezza è tra questi. Essa ha attraversato i secoli assumendo il ruolo di una sorta scatola magica, la cui portata e capienza è stata determinata, di volta in volta, dal contesto storico e culturale di riferimento.
In epoca classica il termine veniva associato a tutto ciò che era caratterizzato da un’armonia formale, in grado di suscitare nell’osservatore una sensazione diffusa di gradevolezza e serenità. Secoli dopo, con l’avvento della modernità, il paradigma della bellezza è stato dapprima respinto e rovesciato, quindi recuperato e rivisitato, ampliandone considerevolmente i confini. Sempre più questa etichetta viene associata alla pregnanza contenutistica in grado di accrescere l’esperienza umana arricchendo la collettività, anche (o forse soprattutto?) laddove la forma è irriverente e dissonante, in quanto mette in discussione ciò che si ritiene acquisito/prestabilito.
A oggi, il concetto di bellezza vive di un respiro ampio e diversificato, che ricomprende al suo interno e abbraccia le realtà (apparentemente) più diverse e distanti. Il Partenone è indiscutibilmente bello, ma non da meno sono certi esempi di street art e album post-punk seminali come Metal Box dei Public Image Limited.
La bellezza imprime un marchio indelebile ai tempi che viviamo. Costituisce potente motore di sviluppo in termini sociali, economici e culturali. Preservare quella esistente, quindi, crea valore, e getta le basi per l’ideazione di ulteriori contenuti artistici in senso lato. È perciò fondamentale che la comunità solleciti politica e amministratori locali a mobilitare risorse destinate a conservare e incoraggiare il bello.
Sempre più spesso associazioni diffuse sul territorio si fanno carico delle funzioni di pressione e sensibilizzazione in tal senso. Nei mesi scorsi, a stilare un Decalogo della Bellezza sono state, in collaborazione, il Think Tank “Trinità dei Monti”, British School of Rome e British Council Italy. Qui è possibile leggerlo integralmente.
La tematica del valore della Bellezza è stata trattata anche in occasione del primo Festival Sky Arte, incentrato sul tema della Rigenerazione. La città che ha ospitato l’evento nei giorni scorsi è stata Napoli, scelta indubbiamente emblematica e azzeccata. Quale luogo, infatti, incarna meglio del capoluogo partenopeo il vitale e vibrante mix di umanità, inventiva e dolente ironia che è tratto peculiare e distintivo di alcuni tra i migliori esemplari della bellezza nella cultura?