La lunga dieta Longo: il regime mima-digiuno descritto da chi l'ha provato
La dieta Longo
Per chi non la conoscesse, la dieta mima digiuno non è una pratica medievale per torturare i detenuti.
È invece una pratica messa appunto dal dottore Walter Longo. Magari a qualcuno questo nome non dirà nulla.
Tuttavia, Longo è stato inserito dal Time nella lista delle cinquanta persone più influenti al mondo per quanto riguarda la salute.
È inoltre professore di Biogerontologia e Direttore dell'Istituto sulla Longevità all'USC University of Southern California Davis School of Gerontology di Los Angeles e direttore del programma di Oncologia e longevità in IFOM.
Il merito è di aver creato la dieta mima digiuno, frutto di 25 anni di studi.
Che cos’è la dieta mima digiuno?
Si tratta di uno schema alimentare che riprogramma, come un reset, il nostro corpo, riducendo il grasso addominale e le infiammazioni. Inoltre, rigenera le cellule e tiene l’organismo al riparo da diabete, cancro, malattie neurodegenerative e cardiovascolari.
I benefici derivano principalmente da una restrizione calorica, infatti tutta la comunità scientifica è a conoscenza che le popolazioni super longeve esistono, come quelle di Okinawa, Loma Linda (Los Angeles), Sardegna, Calabria, Costa Rica e Grecia.
Sono popolazioni che tendono ad avere una dieta principalmente vegetariana, integrata con poco pesce, ancor meno carne e poche di proteine che provengono principalmente dai legumi. Dopo diversi studi e sperimentazioni, Longo decide di divulgare il verbo. Beh, io l’ho provata, con l’aiuto di una nutrizionista, e questo è quello che è successo.
Giorno uno
Il primo giorno si soffre, la fame si sente tantissimo. Colazione con frutta, a pranzo verdure e a cena... verdure.
Dal momento che si tratta del primo giorno, l’obiettivo è molto lontano e in diversi momenti si pensa che non si riuscirà a trattenersi per tutti e cinque i giorni, quindi il vostro cervello comincerà ad inviarvi giustificazioni sacrosante come: «Vabbè ma alla fine ci ho provato, la farò la prossima volta» oppure «il cane ha mangiato il foglio con la dieta». Ci si addormenta con i morsi della fame in perfetto stile Oliver Twist.
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Giorno due
Il secondo giorno ci si sveglia benissimo. Non si sente la fame del primo giorno e il corpo comincia a disintossicarsi.
La solita colazione di frutta, pranzo e cena verdura cotta come volete, e durante la giornata oltre a tisane e tè, si possono mangiare frutta secca, e il buon vecchio sedano o carota che Bugs Bunny levati proprio.
Oh, poiché si assumono pochissime calorie in questi giorni non si può fare attività fisica come nei giorni normali, pena: svenire fra le braccia dei passanti che se va bene ti soccorrono altrimenti ti frugano nella borsa.
Giorno tre
Il terzo giorno comincia con i classici sensi di colpa di chi, scappando di casa a diciassette anni, ha fatto troppi km per tornare indietro ma non abbastanza per dire “ce l'ho fatta”.
E infatti si comincia a pensare che forse si sta danneggiando il corpo, che forse è meglio rinunciare e torna la fame.
La debolezza si fa sentire, per non pensare alla fame bisogna restare concentrati. Questo terzo giorno io consiglio di leggere i benefici che questa dieta vi apporta così, per motivarvi.
L’umore comincia ad essere un pochino teso...la mente tira brutti scherzi, tipo prendere seriamente in considerazione di chiamare i futuri figli Romualdo, Cataldo o Ivaldo.
Giorno quattro
Anche se il giorno è il quarto, sembrano passati tre mesi. Comincerete a pensare a Tom Hanks sull’isola in Cast away e a quanto poteva aver sofferto la fame.
Pensare al cibo che mangiate di solito fa soffrire, sembra super appetitoso e comincerete a fantasticare sul fatto che fra poco potrete addentare sushi, pizza e birra!
Nel pomeriggio cominciano a manifestarsi le prime allucinazioni olfattive, entrerete in piena trans famelica e penserete di voler mangiare quel bambino che dalla cucina di casa vi sventola un panino del McDonald... O non è reale?
Giorno cinque
Per i soliti scherzetti della mente il giorno cinque si sente che si può continuare per altri cinque giorni. Niente fame, niente debolezza. Sembra passato un secolo dal giorno uno, ma si percepisce una certa euforia pensando alle ore che vi distanziavano dalla tanto agognata dieta normale!
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Conclusione?
Ora non posso sapere che effetto abbia avuto sul mio corpo ma secondo quanto letto pare sia davvero un toccasana per la salute. Certo non è semplice, non è una passeggiata e ci vuole molta concentrazione per non cedere.
Magari bisogna scegliere giorni in cui non siete troppo impegnati fisicamente perché rischiate di svenire. Però, arrivati in fondo allo scopo la soddisfazione è tanta e se pensate che lo sforzo vi ha permesso di resettare il vostro organismo oltre alla soddisfazione vi sarete fatti un regalo!
(E comunque, finita la dieta mima digiuno sono corsa a mangiare una pizza).
di Sara Salini
Blogger affamata
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