Dubbi di salute? Dimentica Mister Google e segnati questo sito
Ci sono date che sono spartiacque
Per quanto mi riguarda, credo che difficilmente dimenticherò il mio 27esimo compleanno. Era febbraio 2010: il 15, per la precisione: mentre in tv c’era Ballarò cominciava la mia via crucis in bagno. I giorni a seguire furono scanditi da lancinanti dolori all’addome e, mio malgrado, dovetti sottopormi a svariati esami.
Per me che avevo avuto la fortuna, in precedenza, di godere di una salute di ferro, il contraccolpo psicologico fu notevole. Inconsciamente sapevo da sempre di essere ipocondriaca, ma questa parte di me altamente suggestionabile era rimasta sopita…fino a che, quell’anno, l’incontro ravvicinato con ospedali e chirurghi la fece emergere con la virulenza di una peperonata mal digerita.
Era un venerdì pomeriggio quando andai a ritirare gli esami del sangue prescritti dal medico di base. Avrei dovuto aspettare il lunedì seguente per farglieli leggere e sperare di ottenere un responso sul mio persistente malessere. Purtroppo però l’ansia ebbe la meglio, e così finii su Google a cercare la causa dei globuli bianchi (per me inspiegabilmente) alti.
Senza dilungarmi in foschi e angosciosi dettagli, la Rete mi vomitò addosso diagnosi tutt’altro che lusinghiere, che ovviamente nella mente di una non addetta ai lavori già terrorizzata come me assunsero le sembianze di verdetti di morte pressoché certa. Il lungo weekend di paura culminò fortunatamente con un lieto fine: il medico mi diagnosticò un’appendicite.
Tuttavia il panico che mi aveva investita come un treno mi scioccò non meno di quando un bambino mette le dita nella presa di corrente. Così, da allora non ho più ceduto alla tentazione di interrogare Google per verificare se i sintomi che avverto mi uccideranno o no. Quando il dubbio mi macera, interpello direttamente lo specialista di riferimento; a differenza del Web, la risposta non è assicurata e/o automatica, ma quantomeno, laddove c’è, ridimensiona le mie truculente fantasie suggerendo tutt’al più un controllo.
Diffidare dei tuttologi caritatevoli
Tenersi alla larga dalla pagina di ricerca di Google, tuttavia, non è sufficiente, per scongiurare diagnosi mediche tanto estemporanee quanto ultimative. Può infatti risultare ancor più devastante l’esposizione ad amici e conoscenti pronti a raccontarti della loro cugina di terzo grado che, a seguito del tuo stesso sintomo, e a dispetto di check up continui, è morta nel giro di qualche mese. D’altra parte, l’esperienza - e innumerevoli weekend trascorsi sotto il segno del terrore - insegnano che l’unica persona che ha voce in capitolo è il medico, colui il quale, peraltro, si guarda bene dall’ostentare e dispensare certezze fino a quando non ha a disposizione una quantità sufficiente di esami e referti.
Dottore, ma è vero che? La formula contro le leggende metropolitane
Finalmente qualcosa si muove per contrastare l’emorragia di bufale mediche “gentilmente” offerte dalla Rete, grazie al sito sito Dottore, ma è vero che? patrocinato dalla Federazione dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO).
Emblematico, in tal senso, il fatto che, per controbattere alle fake news, sia stato scelto proprio quello che è il loro principale veicolo di “trasmissione”. Dottore, ma è vero che? mette a disposizione articoli chiari ed esaustivi, facilmente fruibili dall’utente medio del web e correlati da una bibliografia di riferimento utile a chi vuole (e può) approfondire la materia.
Contestualmente, vengono suggeriti e illustrati una serie di criteri finalizzati a valutare la qualità delle informazioni mediche contenute nei siti Internet.
Accrescere la consapevolezza dei cittadini sulle tematiche connesse alla salute non solo irrobustisce gli anticorpi della società contro sedicenti santoni, medicine “alternative” e leggende metropolitane, ma costituisce anche la premessa indispensabile per arginare il ricorso compulsivo a visite e check up da parte di chi non ne ha reale bisogno. I medici di base saranno così probabilmente sollevati dall’onere di ricevere a cadenza ravvicinata i “soliti noti”…sperando che questo snellimento dei flussi migliori la comunicazione e l’assistenza offerta agli assistiti che non sono malati immaginari.
Quando le cose non mi divertono, mi ammalo (H.B.)
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