Elisabetta Rogai, l’artista che usa il vino al posto della tempera
Passito, Barolo, Montepulciano.
L’Italia, si sa, è terra di vini famosi in tutti il mondo. Ma, se siamo abituati a vederli decantare dentro i bicchieri, c’è qualcuno che ha deciso di usare le diverse varietà come fossero colori di una tavolozza.
Si chiama EnoArte e sta facendo impazzire i collezionisti di tutto il mondo, da Los Angeles a Hong Kong. L’intuizione dell’artista toscana Elisabetta Rogai è arrivata in un luogo sacro per il Bel Paese: la tavola. Una goccia di vino caduta sulla tovaglia ha fatto pensare la pittrice a tele e pennelli. Da lì i quadri wine-made e l’utilizzo del nettare d’uva come tecnica di pittura, modus operandi che le ha regalato fama mondiale.
Sarebbe ipocrita affermare che l’artista toscana sia stata la prima ad avere un’illuminazione simile ma sicuramente è una pioniera nella creazione di tele durature. Infatti, se si utilizza il vino, si deve tener conto di fattori come volatilità dell’alcol, limitatezza della scala cromatica e possibilità di lavorare solo con tele di piccole dimensioni. Inoltre il vino, col passare del tempo, cambia colore, passando dal porpora-rubino del liquido giovane al mattone-ambra di quello maturo. La gamma di sfumature dipende dalla qualità utilizzata.
Elisabetta ha fatto la differenza nella possibilità di dipingere su grandi tele senza doverle per forza incorniciare sotto vetro, processo che rallenta l’evaporazione. La chiave del successo è stata la curiosità e il rispetto reverenziale con cui la Rogai si è avvicinata all’elemento base delle sue tele. Un vero e proprio studio, con la collaborazione di un laboratorio di fisica, per ottenere una soluzione che durasse nel tempo e fornisse una gamma di tonalità sufficiente. Un carboncino ricavato da un trancio di vite per tracciare le linee base ha poi reso possibile la magia di questi quadri. La pittrice utilizza infine un fissaggio naturale, che consente ad alcune parti del disegno di invecchiare prima delle altre e quindi assumere una colorazione diversa, senza sbiadire oltre un certo limite.
Elisabetta non è certo nuova al mondo dell’arte: inizia a dipingere all’età di nove anni, nel 1970 espone nella sua prima personale e oggi i suoi dipinti sono apprezzati e richiesti per l'intero globo. I suoi quadri made-wine hanno debuttato all’Anteprima del Vino nobile di Montepulciano e al Vinitaly di Verona. La vera consacrazione è però avvenuta al galà del Great Wine Capitals, in Palazzo Pitti a Firenze.
Non solo quadri ma anche "vini da indossare": l’artista ha creato abiti e una collezione di otto foulard, tutti pezzi unici. I soggetti prediletti sono le figure femminili, in tutta la loro sensualità ed espressività.
Inebriatevi d’arte.