Elogio dell'originalità: quanto vale la proprietà intellettuale?

La più grande ricchezza e allo stesso tempo il più grave problema dell’essere umano è la capacità di immedesimarsi nell’altro. 
L'emozione che ho provato leggendo l’ ennesimo strafalcione avvenuto all’Università di Messina, è vergogna. Lo stesso imbarazzo del prof. DarioTomasello, pedinato dalle Iene perché accusato di essere un copione; pur di non affrontare la palese verità, l'accusato scappa come un ladro. Proprio così, un furfante colto con le mani nel sacco, un adolescente sorpreso a sbiriciare bigliettini agli esami di Stato. 
 
Sembra infatti che il docente, professore ordinario alla Facoltà di Lettere e Filosofia, abbia rubato a piene mani dai libri del suo maestro, il prof. Giuseppe Amoroso . Non citazioni, ma pagine intere di testi universitari, gli stessi libri che  gli hanno consentito di vincere il concorso come titolare. Prerogativa fondamentale per essere eletto all’Olimpo degli accademici è infatti possedere una serie di pubblicazioni scritte di proprio pugno.  A scoprire il misfatto il prof. Giuseppe Fontanelli, associato dello stesso Ateneo, che un giorno, di fronte a un libro del suddetto Tomasello, ha avuto un deja-vu. Da lì la smodata ricerca, gli accurati confronti tra un testo e l’altro, per scoprire che Pascoli, secondo Tomasello, può essere descritto con le stesse parole di Quasimodo. E, strano fenomeno, Amoroso e Tomasello, hanno esattamente lo stesso pensiero sulla narrativa italiana.  E così via, in un crescendo di copia-incolla. 

 
Cosa ne pensa il diretto interessato del fattaccio?
«Questo episodio infanga e invalida oltre cinquant’anni di lavoro da me svolto dentro e fuori l’Accademia, con una passione e un’intensità che, spero, possa restare nel ricordo dei miei allievi. Avrei voluto restasse e passasse anche attraverso i miei libri. Ma qualcuno ha deciso di fare del mio lavoro carta straccia libera di svolazzare da un testo all’altro, da un tempo all’altro, da un concorso all’altro». Episodio ancora più grave?La magistratura, messa a conoscenza dell'evento, ha assolto  il professore, lasciandolo esattamente dov'era. Scurdammuce u passat, insomma.
 
La vicenda mi porta a riflettere sul valore della proprietà intellettuale al giorno d’oggi, in un mondo in cui tutto sembra il calco di tutto. E penso alle professoresse, dalle elementari al liceo, che ripetevano allo sfinimento che copiare non serve a niente. Frase di cui solo da adulto comprendi in pieno l’importanza. Non importa il voto, niente potrà sostituire l’originale, e non solo se si parla di libri.  Anche se  un lavoro dovesse risultare peggiore di quello del secchione di classe, avrà comunque più valore perché TUO. Se fossi nel prof. Tomasello, mi vergognerei profondamente, sia per mancanza di rispetto al proprio mentore, sia per aver tradito la fiducia dei suoi studenti, che non potranno più avere certezza della proprietà intellettuale di ciò che stanno leggendo. 
 
I beni materiali sono forse più importanti delle parole? 
Un testo di alto livello accademico avrà o no un valore ben più alto di un oggetto qualsiasi?.«La letteratura è un esercizio di verità» ha detto il  professor Fontanelli. E attribuirsi frasi non proprie è un reato grave.
 
 
E come diceva Nanni Moretti...
 

 
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