Terrificante considerazione
Bene o male…
Vado giù! Casca la terra, tutti giù per terra. È terrificante. Quante cose possono accadere che fanno esclamare questo? La vita è meravigliosa, è un dono, è benedetta. ’Non dire così’, obietterebbe il più entusiasta e positivo sollevatore d’animo che viaggia a 528 Hz su frequenze benefiche. Buon per lui. Ci sono fatti che sono terrificanti e basta e c’è poco da costringersi a voler vedere un rovescio positivo nella loro natura. Sebbene la religione e la filosofia ci aiutino a barcamenarci attraverso le canoniche visioni e concezioni, più o meno approvate e condivise, di ciò che è bene e ciò che è male, credo che a ognuno spetti la sua sentenza della cosa.
Mi appello di nuovo al potere della discriminazione (divina di matrice yogica) tra le due categorie universalmente riconosciute e accettate. Chiamasi anche libero arbitrio (di stampo cristiano) nella scelta e nella considerazione di quanto è bene e quanto e male. Non intendo farvi il sermone dell’ora di religione. Non è questo che voglio dire. Penso a tutte quelle situazioni che riempiono e sconvolgono l’animo. Alcune cose ci avvolgono e portano un senso di pieno, altre ci scon-volgono e atterrano. Qualcosa ci fa dire di essa che è terrificante, un’altra parla di sé come considerevole.
Terrifico e atterrisco
C’è una relazione interessante tra questi due termini, terrificante e considerevole, almeno secondo me. Terrificare non è solo incutere timore o spaventare. Il terrore ha origini nella terra perché a terra ci getta. Terrēre (dal latino) è proprio atterrire. Terreo (sempre latino) invece, significa faccio tremare. Quindi posso terrificare quanto essere atterrito. In entrambi i casi avrò a che fare con il terreno. Quante volte, un po' tutti, siamo stati scaraventati al suolo dalla vita, soprattutto mentre eravamo assorti nelle nostre migliori considerazioni?
Brillanti considerazioni
Ecco che vi dico qualcosa di considerabile, di cui vi prego di tenere conto. Fissate attentamente, con gli occhi della mente, queste cose, come se osservaste una stella. Considerare è esattamente questo. Una comparazione di un termine rispetto all’altro, con (insieme) e sidus (stella), da cui il plurale della forma sideràre, avere le stelle tutte insieme per scorgervi gli indizi sul nostro destino.
Atterriti o atterrati?
Rivolgersi agli astri non è una distrazione ma una ricerca riflessiva e valutativa intorno alla propria esistenza. Capita di essere scaraventati in basso e di distogliere lo sguardo. Qualcosa di eccezionale, in bene o in male, ci getta al suolo. Atterriti ma non atterrati. La vista delle stelle, richiamo romantico di un ideale di una vita migliore e migliorabile, scompare d’improvviso. Stai con il naso all’in su e di colpo uno schianto ti sposta e sei giù.
Terribile visu!
Che c’è di bello in questo? E di buono? È terrificante e basta. Siamo sempre presi tra forze opposte che ci volgono verso l’alto (cielo) e altre che, inesorabili, ci spingono in basso (terra). Questa non è una cosa cattiva in sé. Nel ritmo degli eventi e del volere cosmico tutto può avere senso nel ciclo (ininterrotto) vita-morte-vita. Cattiva può essere l’interpretazione che ognuno applica alle decisioni del Cosmo, mai facili da accettare. Così la forza terribile che mi ha piegato al suolo potrebbe averlo fatto per permettermi un’altra veduta (orizzontale) del Cielo. Un cambio di punto di vista, non voluto, male accettato. Siamo davvero sicuri che le cose più terrifiche siano quelle imposte dalla natura nei suoi moti, oppure degli oscuri incidenti di vita che a tutti succedono quando sono impegnati in tutt’altre luminose considerazioni?
Terribile dictu!
Alla luce di adesso, credo davvero che spaventoso rimanga il vivere la vita di un altro e non la propria. Considero agghiacciante amare e non dirselo, volersi e non sentirsi. Mi fa tremare la ripetitività di una quotidianità che anestetizza e banalizza l’esistenza in percorsi prestabiliti e tragitti ripetuti. Mi intimorisce chi non si esprime appieno e non gode di quello che è per sua natura.
Sconvolgente
Considero formidabile la libertà di movimento, anche di un singolo dito, di un pensiero o un battito di ciglia. È considerevole chi risponde a una domanda, seppur stupida o arguta. Chi è autonomo in tutte le sue funzioni fisiologiche e facoltà morali, intellettuali o sessuali che siano. Davvero mi sconvolge pensare ad un’esplosione di vita costretta nell’immobilità di un letto o la lucentezza di uno spirito libero, spenta nella cecità improvvisa del suo sguardo.
Accidentaccio
Quanti accidenti viviamo tutti i giorni? Tutto viene a nostro favore, suggerisce il saggio. Tutti siamo sotto lo stesso cielo avverte il curato. Non sto qui a fare la morale a chi chiede leggerezza e svago dovuti. Le mie considerazioni sono minime tra le più. Davvero però, mi sconvolgo quando mi ritrovo a non viere la vita che il destino mi ha assegnata. Quella che mi ha fatto atterrare e mi ha atterrito parecchie volte, per dimostrarmi che le stelle sono sempre sopra la mia testa, non importa da quale posizione le veda. Importa che continui a fissarle, finché loro sono lì e posso guardarle con i miei occhi. Terrificante è dimenticarmi che respiro. Che esito. Che vivo. E voi?