Essere o divenire? Questo è il dilemma
Vi è mai capitato di desiderare di essere un’altra persona?
Pensare che, in fondo, non sia giusto poter vivere una sola volta? Nel chiuso di un ufficio, spesso ci immaginiamo di essere avventurieri, persi in lande sconosciute, solcando i sette mari. Ma durante un viaggio, magari di fronte a un tramonto mozzafiato o una notte stellata, ci viene nostalgia di casa. Perché?
L’uomo, diviso tra essere e divenire
Ultimamente mi è capitato di rileggere le parole di Soren Kierkegaard riguardo la vertigine della possibilità, nozione contenuta nel saggio Il concetto di angoscia. Come spesso succede con le menti illuminatemi, mi sono stupita della sua lungimiranza e comprensione dell’animo umano.
In Kierkegaard la nozione di possibilità è centrale, anzi, prerogativa stessa dell’esistenza. Le innumerevoli scelte della vita, le persone che, in potenza, potremmo essere, spesso ci lasciano quel lieve senso di incompiuto, quella sorta di angoscia che tutti cercano di riempire in qualche modo. Ma, se Kierkegaard vedeva la possibilità come qualcosa di angoscioso, generalmente noi tendiamo a dare al termine un’accezione positiva.Tuti proviamo questa sensazione e ognuno cerca di trovare un equilibrio tra essere e divenire, una maniera di colmare quelle esistenze che, in potenza, ci vengono negate. Chi accettando di continuo nuove sfide, chi leggendo romanzi o guardando film, chi programmando continuamente viaggi.
La consapevolezza della possibilità crea la voglia di rischiare
A seconda del periodo della vita in cui ci troviamo la bilancia può pendere maggiormente verso l’essere oppure verso il divenire. Ci sono momenti della vita in cui prevale il desiderio di stabilità , il piacere di vivere una quotidianità “pre-confezionata”, con determinate abitudini, con amici e conoscenze di sempre, con regole e orari fissi. Così come possiamo svegliarci una mattina e sentire che la vita che facciamo ci sta stretta e che vorremmo rompere, come fossero catene, tutti i nostri schemi quotidiani. L’importante è dare ascolto a quella vocina che parla al nostro animo, la voglia di trasformazione che bussa al nostro inconscio. È quello il momento di cogliere l’occasione, spezzare le catene e aprire il nostro umano al tumulto disordinato quanto affascinante dell’esistenza e delle sue molteplici forme.
Perchè è proprio quel nasconderci a noi stessi che diventa causa di infelicità.
Possibilità fa rima con realismo
Tuttavia la cosa più difficile da affrontare è proprio la resistenza al cambiamento, quella paura di non riuscire ad evolversi ma rimanere confinati nei propri desideri inespressi. In Finlandia esiste una sola parola per questo: sisu. Un termine che non ha traduzione letterale ma si potrebbe definire come la capacità di portare a termine un compito con successo.
Il cambiamento rimarrà nella sfera del sogno fin quando non ci si pone obiettivi chiari e realistici. Cominciamo a immaginare cosa vorremmo cambiare e scriviamo una gerarchia di piccoli passi che ci permetteranno di raggiungere l’obiettivo finale, dal più facile al più difficile. Ogni successo alimenta la fiducia nelle proprie capacità…e avvicina essere e divenire.
di Irene Caltabiano
Blogger riflessiva