Fort McMurray, perchè la corsa al petrolio ci sta uccidendo
16.05.2016 15:12
Quasi 100mila persone evacuate, 2400 costruzioni e case distrutte.
L’incendio che ha colpito la città di Fort McMurray in Canada è talmente dannoso da essere stato soprannominato la bestia. Le fiamme hanno colpito un’area tre volte più grande della città di Chicago, con un’estensione pari a quasi il doppio della città di Los Angeles. Intere famiglie costrette a vivere in palestre , hotel e accampamenti. Nonostante gli sforzi di pompieri e addetti ai lavori sembra che il risanamento della zona avverrà dopo anni, poiché non si prevedono piogge imminenti.
Non solo la città nell’area di Wood Buffalo; negli utlimi giorni stanno divampando 36 incendi nella regione dell'Alberta e altri 39 nella British Columbia. Numero che si aggiunge agli oltre 311 che sono esplosi quest’anno. E ancora siamo in primavera.
Da cosa dipende il disastro del Canada?
Negli ultimi anni le temperature medie dell’area sono aumentate considerevolmente rispetto alla norma. La regione sta sperimentando inverni sempre più secchi e piovosi e grande siccità. Nature Communications, rivista scientifica che si occupa di temi ambientali, dal 1979 la stagione degli incendi si sta allungando notevolmente in tutto il mondo. Perché?
Forse non tutti sanno che il Canada è uno dei più grandi giacimenti di petrolio del mondo dopo l’Arabia Saudita e il Venezuela, grazie alla presenza di sabbie bituminose. Le tar sands sono depositi semi-solidi di oro nero, estratto attraverso un processo molto costoso e dispendioso in termini di energia e rovina dell' ambiente circostante. Gli ultimi quarant’anni hanno infatti visto un disboscamento selvaggio di oltre 300 miglia di foresta boreale.
Conseguenze?Tumori, alcolismo e violenza
Il saccheggio ambientale ha perciò alterato pesantemente il paesaggio, colpendo le comunità aborigene che vivevano di caccia e pesca. Le raffinerie della zona riversano sull’ambiente circostante gli scarti di lavorazione, gravemente inquinanti. Conseguenze dirette anche sulla popolazione, con preoccupante aumento di tumori e malattie auto-immuni. Gli effetti negativi riguardano direttamente anche il tessuto sociale: abbrutimento e degrado sociale portano la popolazione a cercare soluzioni in abuso di sostanze, alcolismo e gioco d’azzardo e si moltiplicano gli episodi di violenza familiare.
Anche i danni economici sono ingenti. Le compagnie di assicurazione prevedono che le perdite per le aziende di Fort Mc Murray potrebbero arrivare a 9 miliardi di dollari.Il disastro più drammatico e costoso della storia del Canada. Secondo gli studi dell’Università di Alberta e Toronto questa tragica situazione potrebbe diventare la normalità. L'emergenza impone la messa in sicurezza delle persone nell'immediato; a breve sarà necessario influire sulle cause profonde di quanto sta accadendo ed elaborare provvedimenti a lungo termine per ridurre frequenza e intensità di tali eventi.
L’Alberta non può combattere i cambiamenti metereologici da sola, c’è bisogno di direttive a livello internazionale. La crisi climatica è un problema globale, e si risolverà solamente se aumenteranno ambizione e sforzi di ogni governo e di ciascun cittadino. Oggi, dopo che l’intero Pianeta ha visto quali sono i danni che eventi estremi legati ai cambiamenti climatici possono causare, la speranza è che si inizi ad agire tutti insieme. È importante comprendere che il Pianeta, in qualche modo, si risolleverà. Saremo noi a farne le spese una volta per tutte se non ci sforziamo di agire nel quotidiano.
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