Google Local Guides: cosa ci guadagni a diventare il reporter dei luoghi che visiti?
Il viaggiatore è, prima di tutto, un cacciatore di informazioni.
Tuttavia, nella maggior parte dei casi, il suo “palato” è decisamente più raffinato e sofisticato che in passato. Complici le sempre maggiori opportunità di scoperta, approfondimento e confronto offerte dalla Rete, non si accontenta più di collezionare dati relativi ai luoghi d’interesse popolari.
Questi infatti, quasi inevitabilmente, finiscono per essere cannibalizzati dal turismo rapace e vedere svilita la loro autenticità.
Si fa strada così l’esigenza di conoscere mete nuove, preferibilmente estranee alle rotte mainstream, entrando in contatto con le umanità indigene e le abitudini che intessono la loro quotidianità .
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Come accedere a questa preziosa riserva di conoscenze?
Puntando sulla condivisione e sul passaparola che sono le principali “armi” di una figura professionale emergente: la guida locale su Google.
Cos’è Google Local Guides?
Big G ha definito la sua creatura “una comunità mondiale di esploratori che rendono disponibili online le loro conoscenze utilizzando Google Maps”. Un meccanismo, questo, simile a quello che ha dato vita e alimentato Wikipedia.
Avvalendosi di contributi visivi e recensioni prodotte spontaneamente dagli utenti, il popolare motore di ricerca mira non solo a competere con un colosso come Tripadvisor, ma anche a promuovere Google Trips.
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Per diventare Google Local Guide
Devi, innanzitutto, essere maggiorenne, e loggarti sull’apposita pagina attraverso il tuo profilo presente nel motore di ricerca. Dopo aver riempito il form dedicato, puoi iniziare a postare foto e recensioni, rispondere a domande sui luoghi in cui sei stato, aggiungere o modificare le informazioni relative a questi (indirizzo, numero di telefono), e verificare quanto scritto da altri.
Nelle scorse settimane è stata introdotta la possibilità di caricare video; se i contributi vengono inseriti attraverso Google Maps, la durata non può essere superiore a 10 secondi; nel caso in cui la fonte sia esterna, invece, la lunghezza può arrivare a mezzo minuto. I filmati devono essere girati in verticale.
Ciascuna operazione ti vale un determinato monte punti; inoltre, lo storico delle tue attività sarà successivamente visibile tramite la voce di menu “i miei contributi”. Quando avrai raggiunto il Livello 4 (250 punti), Google ti assegnerà il badge di Local Guide e, arrivato al 5 (500 punti), sarai invitato a partecipare ai suoi prossimi meetup internazionali. A oggi, chi partecipa alla piattaforma può “scalare la classifica” fino al Livello 10 (100.000 punti).
Cosa guadagni diventando Google Local Guide?
Big G introduce periodiche ricompense per gli utenti che macinano contributi, salendo costantemente di livello. In precedenza, chi ha guadagnato il badge di guida ha ottenuto 100 GB di spazio su Google Drive.
Quelli che hanno raggiunto il traguardo entro il 31 agosto scorso, invece, hanno ottenuto 3 mesi gratis di Google Play Music e uno sconto del 75% sul noleggio del primo film su Google Play Movie Store.
I fortunati che hanno già conseguito il Livello 6 possono invece scaricare un’apposita app che permette loro di utilizzare in anteprima esclusiva alcune funzioni di Google Maps.
Un privilegio, questo, concesso in cambio di suggerimenti, integrazioni, ed eventuali critiche costruttive.
Il profilo di Google Locale Guide è, attualmente, qualcosa che gravita ancora nell’orbita della “galassia” nerd.
A dimostrarlo, il fatto che compiendo una ricerca online in merito, la stragrande maggioranza delle informazioni reperibili provengono proprio da Big G; inoltre, scarseggiano le notizie sulle persone che ricoprono il ruolo.
Tutto ciò che si riesce a sapere, ad esempio, è che uno dei migliori in Italia è il fotografo e videomaker Gianluca Bertoncelli, il quale ha partecipato anche al summit mondiale dello scorso anno.
L’auspicio è comunque che la piattaforma ottenga un numero di contributi sufficientemente sostanzioso da creare le premesse per la nascita di sinergie nella vita reale.
Le Google Local Guides potrebbero infatti offrire un supporto fondamentale alle istituzioni pubbliche che operano nell’ambito della promozione dei territori. Il loro apporto potrebbe infatti salvare molti luoghi dal rischio di finire intrappolati in un cliché folkloristico e oleografico.
di Francesca Garrisi
Blogger viaggiatrice