Google si veste di verde speranza
15.12.2015 09:13
Energie rinnovabili? Pare che Big G ci abbia investito 300milioni di dollari. Il progetto Solar city, nuovo nato del celeberrimo motore di ricerca, ha come scopo incoraggiare l’adozione di pannelli solari nelle abitazioni degli USA.
L’investimento è il maggiore di sempre per l’azienda di Mountain View. L’iniziativa coinvolge già quattordici Stati e consentirà a proprietari di abitazioni di pagare meno per avere energia solare rispetto a ciò che sborsano per l’elettricità tradizionale. La spesa è infatti esclusivamente relativa a ciò che i pannelli produrranno.
«Siamo felici di sostenere la missione di SolarCity per aiutare le famiglie a ridurre costi per energia e emissioni di carbonio » ha detto Sidd Mundra, Renewable Energy Principal di Google. «Fa bene a ambiente, comunità e affari » .
Non è certo il primo progetto di green economy su cui Google ha investito. Come dimenticare l’acquisto di 200 capre per falciare l’erba del prato nella sede centrale? E di server raffreddati con acqua di mare? Sembra comunque che occuparsi di salute del Pianeta sia diventata una moda. Apple ha infatti annunciato che spenderà 848 milioni di dollari per impianti solari che forniranno elettricità ai suoi uffici californiani, mentre all’Europa ha destinato 1,7 miliardi di euro per data center alimentati da fonti rinnovabili.
I dubbi sull’iniziativa sono ancora parecchi e la clientela è restia al cambiamento. Per questo motivo la multinazionale ha lanciato ProjectSunroof, strumento che consente di capire in poche mosse se e quanto conviene approcciare il fotovoltaico. Tramite Google Maps si monitorano case e strade. Successivamente basta inserire indirizzo di residenza e attendere l’analisi di dati per farsi un’idea della bontà dell’operazione. Lo strumento esamina infatti tempo giornaliero e esposizione al sole di appartamenti e ostacoli come alberi, rami e camini, elaborando poi l’eventuale piano energetico. Indica infine possibilità di riduzione della bolletta, opportunità di fruire di incentivi e ammontare della spesa, fornendo persino informazioni sul rivenditore più vicino.
Un’ improvvisa fede ambientalista o un’ ulteriore strategia pubblicitaria per aumentare approvazione e pubblico mondiale? Al di là di reali intenti, è comunque un passo concreto verso la piena eco-sostenibilità.
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