Grazie a Valore D le donne in azienda non fanno numero. Contano
L’emancipazione femminile è uno di quei temi su cui si parla tanto, ma spesso la realtà è meno edificante del chiacchiericcio che la circonda. Indipendentemente da quello che i media ci raccontano, soprattutto in corrispondenza di ricorrenze quali l’8 marzo, molto resta ancora da fare per combattere fenomeni quali “il soffitto di cristallo” e “le dimissioni in bianco”.
Rendere significativa la presenza delle donne in ambito professionale richiede innanzitutto un intervento dall’interno del mondo manageriale. Perché pregiudizi e limitazioni possono essere efficacemente combattuti solo coinvolgendo direttamente le grandi imprese, e incentivando la formazione e specializzazione delle menti più brillanti in circolazione. Insomma, leggi come quella sulle quote rosa hanno soprattutto un valore simbolico, ma difficilmente riescono a produrre cambiamenti sostanziali: per ottenerli, infatti, è necessario intervenire direttamente sulla cultura del lavoro. L’associazione Valore D, nata emblematicamente nel marzo 2009, si propone di operare in questa direzione: tutto è partito da una chiacchierata tra donne manager, un’occasione - e un pretesto - per parlare di leadership femminile all’interno delle organizzazioni quotate in Borsa.
Quali sono i punti di forza di Valore D e quali le sue aree di intervento?
L’associazione, che ha visto l’adesione di grandi imprese quali Luxottica, presenta un valore aggiunto fondamentale. Vede l’impegno attivo di donne che ricoprono ruoli di controllo, direttivi e operativi, e che sono riuscite a trasmettere all’organizzazione di cui fanno parte l’idea dell’importanza della gestione dei talenti “rosa”.
La parola d’ordine che anima l’operato di Valore D è concretezza; il suo obiettivo principale è garantire fattivamente alle donne che uniscono talento e passione per il loro lavoro la possibilità di accedere ai ruoli di vertice. In tre anni ne sono state formate 270 per accedere al ruolo di amministratrice: si tratta dell’unica esperienza europea in quest’ambito. Le aree su cui si focalizza l’operato dell’associazione sono la creazione di competenze ad hoc in ambito manageriale, l’analisi di modelli di successo e case history, la promozione dell’equilibrio vita – lavoro e l’ideazione di iniziative di sensibilizzazione sul ruolo della donna nella società.
Largo alle donne? Forse, ma gli stipendi restano un problema…
L’operato di associazioni come Valore D è sicuramente fondamentale, non solo perché contrasta in modo sistematico un fenomeno patologico quale il soffitto di cristallo, ma anche perché fa accendere i riflettori su un problema correlato. Quello degli stipendi percepiti dalle donne in posizioni dirigenziali. Uno studio dell’Osservatorio Corporate del Politecnico di Milano ha infatti messo in evidenza che un amministratore delegato femmina guadagna in genere la metà del collega uomo. Peraltro, sebbene la Legge Golfo Mosca stabilisca per le imprese l’obbligo di veder rappresentato negli organi sociali almeno per un quinto il genere più discriminato, tra il 2007 e il 2014 l’aumento si è fermato al 4%, e lo scorso anno le donne con ruoli esecutivi erano solo il 13%.
Insomma, c’è ancora tanta strada da fare, ma perlomeno la società ha cominciato a mettersi in cammino…