Housing first: la casa è un punto di partenza
Home sweet home… ma sarà davvero così?
Quanto può essere importante avere un tetto sopra la testa? Sentirsi accolti in un luogo protetto e sicuro?
Cosa si prova a non avere una casa in cui tornare la sera?
Housing First si basa su questo concetto per contrastare la marginalità sociale: la casa è un punto di partenza per la riqualificazione sociale ,non un punto di arrivo.
Housing First è un’iniziativa nata in Finlandia ma che si è velocemente diffusa in tutta Europa, arrivando a straordinari risultati.
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La casa è un diritto
"La casa prima di tutto "è un progetto nato circa dieci anni fa per iniziativa di un sociologo, un medico, un vescovo e un politico che intervennero nel rapporto Nimi Ovessa (il tuo nome sulla porta).
I quattro cercavano una soluzione a lungo termine per garantire una casa a chi non l’aveva, consci del fatto che le politiche adottate fino a quel momento si erano dimostrate fallimentari.
Soluzioni temporanee in cui i senzatetto venivano ospitati durante i mesi freddi e i centri di accoglienza divenivano luoghi in cui violenza e degrado dilagavano, facendo preferire ai clochard di dormire in strada anziché essere ospitati in luoghi ancora più pericolosi.
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La casa come punto di partenza
Molti programmi di accoglienza poi richiedevano requisiti che i senzatetto non riuscivano a soddisfare, come l’aver risolto dipendenze da droghe o alcool: chi vive per strada e non ha un lavoro cade spesso in questi tunnel e uscirne non è facile.
Housing First invece ha scelto di partire da una nuova consapevolezza: la casa non come punto di arrivo, ma come partenza per consentire alle persone di ricostruire la propria vita.
“Ho vissuto in alcune comuni, ma tutti si drogavano e sono dovuto andarmene. Ho avuto relazioni sbagliate, ho dormito sul divano di mio fratello. Sono stato in un dormitorio. Non ho mai avuto una casa mia. Questa per me è una cosa fantastica”.
Ha dichiarato Tatu Ainesmaa, un 32enne che ha ottenuto la casa grazie a questa iniziativa.
Requisiti necessari per Housing First
Le abitazioni, di proprietà del comune di Helsinki e spesso frutto della riconversione di ostelli o strutture ricettive preesistenti, che vengono date in affido senza troppe condizioni per un periodo di prova di tre mesi, a seguito dei quali, viene somministrato un contratto di affitto.
Se l’inquilino ha una fonte di reddito, gli sarà richiesto in parte di contribuire alle spese.
Per quanto tempo i senzatetto potranno usare queste case?
A tempo indeterminato. A patto che non si infrangano certe regole, come quella di non introdurre in casa alcool o droghe.
Una volta “allocati”, i nuovi inquilini saranno accompagnati in un percorso di reinserimento sociale e lavorativo che prevede la risoluzione di eventuali dipendenze e la ricerca di un’occupazione.
L’iniziativa ha creato 3.500 alloggi, riducendo del 30% il numero dei senzatetto finlandesi.
È proprio il caso di dire che certe volte una casa può salvarti la vita!
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