Il cielo stellato sopra di me e il disordine nella mia stanza

Era un po’ di tempo che non scrivevo un post farneticante.

disordineNon perché la mia vita non dia stimoli deliranti a riguardo. Ma giusto stamattina sentivo il bisogno di esprimere un disagio che so che in molti condivideranno.  

A cosa mi riferisco? Al caos che abbandono alle mie spalle ogni mattina quando esco di casa, il paesaggio distopico a metà tra il post-atomico e la battaglia delle Termopili. In due parole? La mia stanza. 

Questo post è sia un mea culpa per chi, povera vittima, ha dovuto assistere alle dimensioni del mio caos sia un'occasione per dire ai disordinati di tutto il mondo che.....ok, avevo scritto un bellissimo discorso ma non so più dove ho messo i fogli. Quindi dovrete accontentarvi di considerazioni random.

Solo chi ha un proprio ordine nel disordine potrà comprendere pienamente di cosa sto parlando. Una stanza con ogni elemento perfettamente al suo posto rappresenta da sempre la felicità delle mamme ma quando ho di fronte una persona maniaca dell'ordine ho sempre avuto l’impressione di avere a che fare con un serial killer.

 

Gli amanti della camera linda, pulita e con un equilibrio perfetto tra pieni e vuoti rappresentano una vera e propria setta: hanno gruppi Whatsapp in cui si scambiano consigli su come sistemare le matite per sfumatura cromatica o si informano sull’ultimo modello di scatola portatutto con compressore incorporato. Inoltre venerano Marie Kondo,  acerrima nemica di noi disordinati nonchè autrice de Il magico potere del riordino.

E poi le persone troppo ordinate sono antipatiche. Mai un capello fuori posto, una scarpa slacciata, una maglietta al contrario. Che tristezza.

E caos sia 

disordine-9Noi disordinati siamo invece i detentori del magico potere della creatività. Ad esempio: un cappotto buttato sul letto su cui poggia una ciotola di insalata fa subito arte concettuale.

Siamo anche persone sensibili, non ce la sentiamo di buttar le cose vecchie perchè ci affezioniamo. Quindi non avremo mai il problema dell’effetto fisarmonica o del repentino cambiamento di meteo. 

In mezzo alla palla informe di tessuti che corrisponde al nostro armadio troveremo sempre una maglietta o un pantalone risalenti alle lontane abbuffate del 2000 o un maglione rimasto impigliato dai giorni della Merla del '70.

Inoltre siamo più autentici, spontanei e per questo è più facile per noi fare una rapida scrematura sui veri amici. Riconoscere chi è degno delle nostre attenzioni è semplice: basta mettere alle pareti di casa un quadro storto o buttarci addosso la prima camicia non stirata che ci capita a tiro.

La nostra camera esercita sulla maggioranza delle persone un effetto catartico: di fronte alle lenzuola disfatte e i fogli da disegno istantaneamente le vite e i pensieri altrui assumono un senso. C’è chi è uscito da casa mia avendo un’epifania su cosa voleva diventare nella vita, ritrovando il filo della propria esistenza nell'intreccio di  quello delle cuffie e il cavo della batteria del computer.

Effetto sorpresa

disordineAltro punto a nostro favore? Noi, con le sedie più stratificate di una lasagna bolognese, non soffriamo gli attacchi di fame notturna dal momento che tra le lenzuola o sul comodino potremo sempre ritrovare una merendina o un pacco di biscotti. Insieme al sussidiario e al calzino a righe che eravamo convinti fosse stato fagocitato dal gatto.

E poi volete mettere il brivido di un continuo effetto sorpresa? Aprire il frigo e trovare il phone accanto ai broccoli? O scoprire dieci euro sotto una pila di vecchi libri?

 Inoltre viviamo più sereni perché inconsapevoli del mare di bollette sepolte in mezzo alle riviste e che faranno capolino solo quando apriremo il nostro conto online. O quando non potremo farci la doccia calda la mattina del 31 dicembre.

E ricordate sempre: a chiunque vi accusi di essere un disastro, ricordate non è disordine ma estro. E che niente è mai nato da un portadocumenti archiviati in ordine cronologico. Dalla nostra parte abbiamo tante persone di successo disordinate, da Roald Dahl a J.K Rowling, fino al grande genio Albert Einstein.

Magari Harry Potter non sarebbe mai nato se la celebre scrittrice inglese fosse stata una che si stirava i calzini.

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di Irene Caltabiano

 

 

 

 

 

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