Il festival del ciclo mestruale, un crowdfunding per contrastare vecchi taboo

Il Festival del ciclo mestruale

Il nome è volutamente volto a sdoganare la paura atavica anche solo nel pronunciarne il nome. 

Menarca, ciclo, "le mie cose", il "Barone rosso" (ebbene sì, ho sentito anche questa).

Mille nomi per un processo naturale su cui ci sono ancora tanti, troppi, pregiudizi. Il Festival del ciclo mestruale è un evento che, come spesso accade per le manifestazioni più innovative, è partito da un crowdfunding di Produzioni dal Basso ed ha raggiunto il suo obiettivo come primo festival di questa tipologia in Italia.

La manifestazione si svolgerà dal 17 al 19 giugno a Milano (uno simile viene organizzato soltanto in India), in tre sedi dislocate, il Mare culturale urbano, il nuovo Armenia e il Rob de Matt.

Un obiettivo raggiunto talmente velocemente da far pensare che ce ne fosse proprio bisogno. 

Perché il Festival del ciclo mestruale? 

Innanzitutto, come è scritto sulla pagina stessa del Festival, il ciclo mestruale riguarda più della metà della popolazione mondiale e, seconda cosa, perché si è davvero ancora troppo disinformati a riguardo.  

Pensate che il 20% delle donne in Italia non ha ancora mai effettuato una visita ginecologica. Questo porta al mancato riconoscimento di alcune patologie e delle rispettive cure. 

Ma, soprattutto, per abbattere un taboo che vede ancora coinvolti sia donne che uomini e soprattutto per saperne di più sulle figure che ruotano attorno alla divulgazione mestruale e alle sue derivazioni, quali sessualità, tassa sugli assorbenti, impatto ambientale, salute e igiene mestruale, congedi lavorativi. Soprattutto in un momento in cui in Spagna hanno appena approvato lo smart working per le donne che soffrono di dismenorrea, ovvero mestruazioni dolorose. 

Il festival prende il via dagli spunti e dalle sinergie create dal primo podcast in Italia sul ciclo mestruale, Eva in Rosso, organizzato insieme a Errante e Promise, due associazioni che si occupano di empowerment femminile, e Studio But Maybe, studio di graphic e digital design. 

Un crowdfunding ben riuscito

cicloGli altri partner sono Roba da Donne, testata giornalistica che si occupa di femminile e inclusività, The Pad Project, divisione italiana dell’ONG internazionale, che ha come obiettivo eliminare lo stigma delle mestruazioni, Onde Rosa, che si occupa di parità di genere, promotrice anche dell’abbassamento degli IVA sugli assorbenti e tantissime altre realtà.  E in più ci saranno tanti workshop, talk, spettacoli, concerti, stand-up comedy, live e dj set.  

Questo grazie alla generosità dei sostenitori, per cui è stato possibile realizzare un programma ricco di contenuti, coprendo le spese di allestamenti, materiali tecnici e promozione. In meno di due settimane sono stati raccolti più di 2700 € e coinvolti oltre 50 sostenitori.  

In palio ricompense all’insegna della solidarietà, contribuendo alla campagna per cui sarà possibile donare da uno a tre confezioni di assorbenti spediti al confine con l’Ucraina. 

Un passo avanti nel sociale che potrebbe dare un'idea per successive, importanti, iniziative.

 

di Irene Caltabiano

 

 

 

 

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