In Inghilterra si uccidono ancora le volpi (anche se illegale)
Paese che vai, usanza che trovi
La caccia alla volpe è un'attività ben radicata in Inghilterra, facente parte da secoli della tradizione britannica. Un'abitudine con riti e ruoli ben definiti, che trova in tempi remoti le sue motivazioni. La prima testimonianza si ha nel 1534, a Norfolk. La pratica veniva attuata per controllare l'aumento demografico delle volpi. Frequentemente infatti, i mammiferi dalla pelliccia rossa depredavano gli animali da cortile, riducendo le scorte alimentari degli abitanti e risultando pericolose per la sussistenza dei villaggi.
Nel tempo la caccia alla volpe ha assunto forma di vero e proprio rituale sociale, passando dalla scelta dei migliori cani da caccia alla selezione dei whippers (assistenti a cavallo) fino alla nomina dell'Huntsman, colui che deve controllare l'intero andamento dell'attività. La corsa si conclude con l'uccisione della volpe da parte del Terrier man, che ha il compito, in alcuni casi, di terminare il “lavoro” svolto dai cani. Nel caso in cui la volpe riesca a nascondersi, l'uomo scava nella tana per tirarla fuori e ammazzarla.
E oggi?
Il rituale viene ancora ripetuto... ma senza volpe. Ai nostri giorni la caccia ha un semplice valore sociale e l'elegante animale dal pelo rosso è stato sostituito da un cavaliere che ne fa le veci, nascondendosi lungo un percorso prestabilito, sconosciuto ai partecipanti. Il gruppo, insieme ai cani, ha il compito di “stanarlo”.
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Tuttavia c'è chi continua, in gran segreto, a perpetrare la caccia tradizionale. Una pratica crudele e fine a sé stessa, purtroppo attualmente sostenuta dal premier conservatore Theresa May.
Astuti come una volpe
Ad ogni male però c'è un rimedio e in questo caso i supereroi che hanno a cuore la salvezza delle regine dal pelo rosso sono gli Hunt Saboteurs, letteralmente "sabotatori di caccia". Associazioni che si sono poste l'obiettivo di fermare le battute dove l'animale rischia di essere ucciso. Chi sostiene l'abbattimento finale giustifica la terribile operazione apostrofando il mammifero come un parassita e affermando che lasciare che i cani lo sbranino è il modo “più gentile e rapido” per farlo fuori.
I sabotatori, durante i salvataggi, agiscono con prontezza e tempestività. Solitamente spruzzano sulle volpi una sostanza a base di citronella per evitare che i cani percepiscano il loro odore. Se quest'ultimi lo avvertono lo stesso e attaccano, i difensori si gettano in prima persona tra gli animali inferociti, prendono tra le braccia la volpe e salvandola da morte certa . A volte mettono fortemente a rischio persino la propria incolumità. Risultato? Ricevono solo una marea di insulti molto pesanti da parte dei cacciatori.
Lee Moon, rappresentante nazionale degli Hunt Saboteurs ha detto che il loro gruppo cresce sempre più, arrivando a circa cinquanta sottodivisioni attive. «La cosa peggiore è pensare che, quando non siamo presenti noi o la polizia, la caccia continua». Giungendo al tragico finale.
Un sabotatore salva una volpe...Incredibile!