Jasmine, un blog in italiano per raccontarci l'Iran

Un nome che già di per sé evoca dolcezza, accompagnato da occhi intelligenti e sguardo acuto. 
Jasmine Mirage, trentenne iraniana di Isfahan (in arte Jasmine Efte) non smette di ragionare sul suo Paese. E ama il nostro, così tanto che ha imparato l’italiano da  autodidatta, scrivendo diversi blog. In un luogo in cui è complicatissimo esprimere le proprie idee, soprattutto per una donna, scegliere parole di un idioma diverso rende i suo scritti ancora più significativi. 
 
Dal blog Le flaneur persiana e dalla pagina Facebook Alba persiana parla di diritto e dovere di sperare. E lo fa attraverso le poesie, belle e amare nello stesso tempo. «Per il cielo sarò una testa ,per la terra due piedi forse. Sanno solo le pallottole che ho anche un cuore».  Ci sono tantissimi post come questo, giornalmente pubblicati e dalle centinaia di visualizzazioni e condivisioni. Un inno alla libertà d’informazione,  alla voglia di raccontare e diffondere la voglia di pace in un  mondo di guerre. « Tutto questo al momento posso realizzarlo solo attraverso i social. Per noi iraniani sono una finestra incredibile, dalla quale possiamo vedere il mondo esterno e far vedere agli altri chi siamo davvero». 
 
Aprire un blog nasce dall’esigenza di condividere con il resto del mondo le proprie esperienze, paure, pensieri su ciò che sta vivendo. «Ne ho avuto uno  in persiano per quasi tre anni. L’ho dovuto chiudere un anno fa perché ho ricevuto una lettera da parte del governo». Così per un po’ la giovane poetessa smette di pubblicare, ma viene notata e contattata dal Trio Medusa di Radio Deejay per parlare delle notizie buffe della sua vita quotidiana sotto il regime islamico.  Ironia  che continua a distinguerla in rete. Da lì non ha più smesso di condividere la passione per la scrittura direttamente con il pubblico italiano. «  Il vostro è un Paese meraviglioso, siete un popolo unico. Adoro tantissime cose dell’Italia. La comicità, la letteratura, la lingua l’arte, l’architettura, la cucina. Vivere e lavorare lì è un sogno per me. Dite che da voi c'è crisi, ma qui sto vivendo l' inferno».
 
Uno degli obiettivi di Jasmine è parlare anche della situazione sociale femminile. « Nei paesi islamici una donna di qualsiasi età non ha diritto di lasciare il Paese se non ha il permesso scritto di un membro maschio della famiglia. Ci trattano come animali e vorrei che tutte le bambine nascessero in un mondo in cui hanno  libertà di scegliere la propria strada». Per un’appassionata di letteratura come Jasmine anche leggere diventa un problema. La maggior parte dei libri infatti viene censurata dal Ministero della cultura con l’accusa di essere contro i principi islamici. Jasmine parla anche  di giornalisti imprigionati, di voci fuori dal coro messe a tacere, di notizie positive che vengono accuratamente nascoste. Come la liberazione dell’attivista e poetessa Hila Sedighi, arrestata a Teheran e rilascita da pochi giorni. Jasmine aveva postato la notizia, ma è stata cancellata dal suo account in poche ore.
 
«Sono sempre sotto controllo per via del mio lavoro. Mi hanno oscurato molte volte ma tornerò. Ritorno sempre».  Gli stessi social che  a volte abbiamo quasi a noia in altri Paesi rappresentano una finestra sul mondo. E la possibilità di far giustizia. 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

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