La fortuna di un bambino sono (anche) i suoi nonni
I genitori
Offrono (o meglio, dovrebbero offrire) ai figli un terreno sufficientemente stabile e fecondo da permettere loro di vivere il presente cogliendone appieno sfide e opportunità.
Specularmente, i nonni rappresentano il necessario ponte per orientarsi nel passato, “illuminarlo” e far tesoro dei suoi insegnamenti.
Cura, educazione, recupero della memoria individuale e collettiva.
Insomma, tassello fondamentale del welfare familiare, soprattutto nell’ottica del supporto e completamento di quello sociale.
I nonni sono decisivi nella costruzione dell’identità del bambino in quanto, orientandolo nella scelta di valori e priorità, lo aiutano a costruire gli strumenti necessari a decodificare la realtà esterna e selezionare gli stimoli rilevanti.
Fare il genitore supplente
Così, i bambini che non hanno l’opportunità di rapportarsi con questa figura sono costretti a crescere facendo i conti con una mancanza saliente. In un certo senso, inconsciamente, a definirli contribuisce proprio una lacuna esperenziale, e non tutti hanno le risorse emotive e relazionali per colmarla. Si rende necessario, quindi, coinvolgere qualcuno che funga da “supplente”: una sorta di nonno sociale, come lo ha definito un progetto recentemente promosso da Auser Lombardia.
Chi sono i nonni sociali?
L’iniziativa, che si avvale della partecipazione di un gruppo di 47 partner tra enti locali (16), istituti comprensivi (4), cooperative (8), università (4), fondazioni (1) e associazioni Auser (14), mira a coinvolgere gli anziani della comunità, in affiancamento alle figure genitoriali, per arginare la povertà educativa.
L’esito del processo di crescita di un bambino
E' sempre un’incognita, ma il punto interrogativo con cui confrontarsi può tendere al negativo in modo decisamente spiccato, laddove i nonni siano assenti, perché defunti o magari perché geograficamente lontani e difficili da raggiungere e frequentare (si pensi al caso delle famiglie di migranti o di quelle caratterizzate da dinamiche problematiche).
Il progetto
Intitolato “I nonni come fattore di potenziamento della comunità educante a sostegno delle fragilità genitoriali”, è finalizzato a integrare l’attività svolta da nidi e scuole materne.
Queste infatti, spesso per carenze di organico o risorse economiche, non sono in grado di assorbire e arginare adeguatamente la domanda pedagogica espressa dalle famiglie.
Tra i fenomeni che hanno modificato profondamente gli equilibri sociali ci sono state infatti le poderose ondate migratorie degli ultimi anni e la radicale trasformazione dei ritmi di lavoro.
I bambini coinvolti
Saranno quelli della fascia d’età da 0 a 6 anni: un periodo, questo, in cui le modalità di apprendimento, come pure la quantità e qualità di occasioni formative fruite condizionano le premesse del futuro, spesso indirizzandolo in modo preciso e/o quasi univoco.
L’iniziativa
Sviluppata su base triennale, raggiungerà presumibilmente circa 1.000 bambini e le loro famiglie, avvalendosi di uno stanziamento di circa 2 milioni e 150mila euro provenienti dal bando Prima Infanzia 2016 lanciato dall’impresa sociale “Con i bambini”.
La figura del nonno sociale
Verrà testata in contesti locali come Sesto San Giovanni e Cremona in Lombardia. In Umbria sono stati selezionati piccoli centri urbani che ospitano comunità di terremotati, e in Basilicata 4 comuni che stanno assistendo allo spostamento di un elevato numero di residenti.
Un fenomeno, questo, che rende necessario interrogarsi sulla possibilità di intervenire favorendo l’integrazione di gruppi di migranti. In Toscana, invece, il progetto è focalizzato sul supporto ai genitori single.
L’uomo attraversa il presente con la consistenza di un filo d’erba. La conoscenza del passato gli fa da spina dorsale