La mia cura? La scrittura

Scrivere?

scrittura-terapeuticaNon significa necessariamente possedere il talento di Hemingway, Mann, Dostoevskij. Tutto dipende dallo scopo per cui ci si mette di fronte alla pagina bianca. Stile, grammatica o forma sono attenzioni superflue quando si esercita la scrittura terapeutica.

Cos’è?

Un momento per noi stessi, in compagnia di un pc o di carta e penna. Pensieri e emozioni sono come un fiume in piena, alle volte ci sopraffanno. Le elucubrazioni devono trasformarsi in parole, senza preoccuparci troppo di linguaggio forbito o giudizio altrui; nessuno infatti ci obbliga a far leggere a qualcuno le nostre "opere". Teniamo a mente che scriviamo in primis per noi stessi, quindi bando alle restrizioni.

La scrittura terapeutica rappresenta una valvola di sfogo per esorcizzare i malanni.  Eliminare i pensieri negativi è come svuotare i cassetti dalle cianfrusaglie: consente di lasciar maggior spazio per cose nuove e migliori. Serbare dentro di noi rabbia o rancore significa infatti andare incontro non solo a conseguenze psicologiche ma alla lunga anche fisiche ( stress, dolori, etc). Anche se non è la soluzione definitiva, mettere nero su bianco i nostri pensieri apre alla conoscenza di sé, rivelandoci aspetti di noi e della nostra vita che magari nemmeno non conoscevamo.

Quando praticarla

Scrivere è utile quando ci sentiamo soli e non abbiamo persone di fiducia con cui confrontarci. Un ottimo esperimento per tutti scrittura-terapeutica-2coloro che, di fronte alla scelta di andare o meno da uno psicologo da ottanta euro a seduta, vuole sperimentare un tentativo di auto-analisi.

Lo scontro

Descrivere le proprie emozioni non è sempre facile. Spesso significa fare i conti con sé stessi, rivivere determinate situazioni dolorose. Le prime volte può succedere che sopraggiunga il blocco dello scrittore.  La nostra mente infatti, di fronte a ricordi spiacevoli, cerca di proteggerci; questo però non deve esser motivo sufficiente per desistere. I nostri tormenti, finché non li affrontiamo, ci aspettano, pronti a impadronirsi di noi la volta successiva.  Se oggi non riusciamo a batterli, continuiamo la nostra guerra giorno dopo giorno, penna o tastiera alla mano.

Stare meglio richiede forza, coraggio e fatica. Liberarsi di un ricordo angoscioso è come espellere un virus quando abbiamo l’influenza. Bisogna sudare. Un  percorso che, senza rendercene conto, ci rivelerà nuove strade e straordinarie opportunità, oltre una nuova immagine di noi stessi.

Qualche consiglio …

Al termine della "sessione", è opportuno verificare se ci si sente meglio, quali sensazioni abbiamo provato prima, durante ma soprattutto dopo. Sentirsi strani, vuoti, leggeri, stanchi è un aspetto naturale, soprattutto se ci si è liberati da un grosso peso. Non mollate. Recuperate le forze, mettetevi di fronte a una nuova pagina bianca, scrivete, sbrogliate un nuovo nodo della vostra vita.

E poi chissà, magari scoprirete di essere i nuovi Stephen King…

 

di Luca Mordenti 

 

 
 
 
 
 
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