L'Artico un Santuario naturale? Dipende da noi
Ciò che accade nell’Artico non resta nell’Artico.
Questo il titolo esplicativo del rapporto pubblicato qualche giorno fa da Greenpeace. La regione polare si sta scaldando due volte più in fretta di qualsiasi altra parte del mondo. E le conseguenze pesano sull’intero sistema terrestre.
La scarsa copertura di ghiacci è associata a un aumento della temperatura superficiale del Mediterraneo e ciò provoca la presenza di particolari fenomeni atmosferici: disturbi nella formazione delle nuvole, effetti sulla Corrente del Golfo e cambiamenti nell’umidità dei suoli. Avete presente l’epidemia di incendi che si sta verificando in Canada? Potrebbe dipendere dallo scioglimento dei ghiacci.
Negli ultimi 30 anni l’area artica si è ridotta drasticamente, diminuendo la capacità della superficie ghiacciata di riflettere la luce solare ( fenomeno conosciuto come albedo). Cosa succede?Si accumula il calore assorbito dal mare, che a sua volta contribuisce allo scioglimento dei ghiacci, in un circolo vizioso pericoloso. Conseguenze? Aumento esponenziale del livello delle acque con grande rischio di inondazioni, uragani, cambiamenti climatici estremi.
In più il ritiro dei ghiacci agevola lo sfruttamento delle risorse nel Mar Glaciale Artico: pesca, trasporto marittimo e trivellazioni, che minacciano ancor di più la sopravvivenza di questo già precario eco-sistema.
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Greenpeace chiede dunque di circondare le acque del Circolo Polare Artico per renderle un Santuario naturale.L’OSPAR, commissione internazionale deputata alla conservazione dell’Artico, potrebbe decidere di istituire un’area protetta di oltre 226mila chilometri quadrati, relizzando così il primo pezzo di area protetta.
Otto milioni di persone hanno già firmato (www.greenpeace.org). Contribuisci alla salvezza della Terra...e della specie.
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