Laura Bianchi, dal mondo della moda a una vita tra le piante
Dalle passerelle a una vita vista mare
Cosa si prova a passare dal dedicare la propria esistenza al patinato universo del fashion a buttarsi anima e corpo nel verde della natura e del giardinaggio?
Potrebbe benissimo spiegarcelo Laura Bianchi, che negli ultimi 25 anni ha lavorato per Elle, Velvet e Repubblica per poi cambiare radicalmente rotta. Un’esistenza glamour che, a causa di un incidente, si è diretta verso nuove strade.
«Mi occupavo soprattutto di servizi fotografici: sceglievo i temi da raccontare, sceglievo le modelle, i fotografi; facevo la regista delle pagine di moda. Passavo la vita tra sfilate, viaggi stampa, eventi su set fotografici in tutto il mondo: per questo mi chiamavano la ragazza con la valigia. Ho vissuto per anni su tacchi 12 e mi sentivo a mio agio così» ha raccontato Laura a un’intervista a L’Italia che cambia.
Un giorno come un altro però la sua storia subisce "una svolta narrativa". Un minibus non rispetta lo stop e la investe, costringendola per mesi a non poter scrivere e lavorare.
Così Laura, come spesso succede nei momenti difficili, trova consolazione nel mare della Liguria e nei suoi dintorni. Ed è proprio lì che si innamora di quel pezzo di terra dal quale la sua vita prenderà una piega molto diversa.
Tornare a "sporcarsi le mani"
La zona inizialmente è brulla, con seimila metri quadri abbandonati da oltrecinquant’anni, con un rifugio nascosto dalle cui terrazze si vede il mare. Adesso ci sono un frutteto, un orto biologico e una serra.
Un sogno che è stato raggiunto con fatica. A quarantacinque anni Laura si rimette a studiare, frequentando la scuola agraria del parco di Monza, lavorando di giorno e studiando di notte.
In un primo periodo la redazione per cui lavorava si mostra interessata a questo passaggio dalle passerelle alla natura del Tigullio. Poi, quando lo smart working viene revocato, Laura decide di mollare tutto. Una bella carriera, un bello stipendio, comfort e sicurezze e si dedica interamente alla vita agricola e a progetti editoriali da freelance.
La felicità è determinazione
La Bianchi continua a scrivere, ma seguendo i ritmi della natura. «Ho più tempo per me, per gli amici, per le mie piante e i miei animali. Insomma, ho più tempo per vivere, respirare, coltivare e coltivarmi. Perfino per oziare, se mi va. Faccio consulenze, ma non più di moda. Rifaccio il look, ma stavolta a terrazzi e giardini. Vado sui set, ma sono festival di giardinaggio. Viaggio ancora facendo workshop per il mondo, ma dando voce alle piante».
Una vita che ora è scandita dai ritmi dell'orto, della natura e dell'aria di mare, improntata sul momento presente, senza avere fretta nel vedere sbocciare le proprie passioni ma anzi, godendosi il percorso. Ed è ciò che la Bianchi cerca di trasmettere nel proprio libro, L'erba corre quando vuole.
«Se si sogna forte e ci si crede veramente, si può arrivare a essere felici. Anche in modi completamente diversi, perché la mia felicità può essere l’angoscia per un altro. L’importante però è non arrendersi. Ci credo veramente a questa cosa, non è una roba da pre-menopausa. Una vita di rimpianti non la auguro a nessuno».
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