Lavori assurdi? Barista in bikini nelle miniere australiane
Riprendiamo la rubrica “lavori assurdi”!
Direttamente in coda ad aver fatto “l’angelo” (ovvero la massaggiatrice di teste di giocatori di poker ai casinò) c’è la skimpy. Di cosa si tratta? Fare la skimpy vuol dire, in gergo australiano, la barista in bikini. La particolarità di questo lavoro è che non si svolge sempre in un bar ma si lavora per un’agenzia che, a rotazione, ti manda in giro per i locali dell’outback situati per lo più in zone minerarie.
Le città temporanee
La ragione è molto semplice: questi luoghi dimenticati da Dio pullulano di minatori che lavorano durissimo tutto il giorno, guadagnano cifre esorbitanti e non hanno altri modi per spendere i loro denari se non al bar la sera. In queste città temporanee, la cui vita dipende solo ed esclusivamente dalla quantità dei minerali estraibili, la popolazione è quasi interamente costituita da uomini che lavorano a intermittenza di due settimane per poi prendersene altrettante di riposo a casa. Ovviamente un bar con una cameriera carina in bikini, in città fatte di soli uomini, attira molta più clientela.
Guadagnare benissimo esplorando l’outback
Appena sbarcai a Perth con il visto “working holiday”, che mi permetteva di lavorare per un anno in Australia, conobbi Tania, che mi consigliò quel lavoro e l’agenzia per cui lei stessa lavorava. (Babes Promotions) Non ci pensai su molto: il ruolo m’incuriosiva, l’agenzia pagava 35 $ australiani all’ora, spese di viaggio, vitto e alloggio, ogni settimana ti spediva in una città nuova e Tania mi aveva confidato che le mance erano addirittura più abbondanti della paga oraria. Non ero mai stata lì prima di allora e pensai fosse un ottimo modo per conoscerla e guadagnare bene. Non avevo problemi a stare in bikini e di contro possedevo parecchia esperienza dietro al bancone di un bar, essendo figlia di baristi e quindi tre giorni dopo il mio sbarco “down under” iniziai a lavorare.
La triste realtà
Feci quel lavoro per circa tre mesi, entrando a stretto contatto con la realtà surreale dell’outback. Bianchi dal livello culturale medio piuttosto basso, che sventrano la terra facendo buchi tanto grandi da poterli vedere da altri pianeti(il “super pit” di Kalgoorlie è profondo circa 3,6 km e largo uno e mezzo). E poi qualche aborigeno, o più che altro i loro spettri, che si aggirano ubriachi fuori dai bar in cui non li lasciano nemmeno entrare e i “bikies”. Pericolose gang di malavitosi che si aggirano tra un paese e l’altro controllando il traffico di droga e la prostituzione. Mi ero avventurata (inconsapevole) nella scenografia di “Mad Max” e appena me ne resi conto mollai il lavoro e mi trasferii a Melbourne.
Per indole non potevo certo amare la realtà che mi circondava. Ma sono comunque felice di averla vissuta e conosciuta.
Blogger, traveller e autrice di libri
Ecco i suoi libri:
Walkaboutitalia: l'Italia a piedi, senza soldi, raccogliendo sogni»