Le idee possono nascere da bisogni personali
14.10.2015 11:15
BabyGuest la nuova startupper finalista del premio Marzotto
Si chiama Serena Errico, ha 39 anni, è pugliese e grazie alla sua idea è tra le finaliste del premio Gaetano Marzotto che offre 1 milione di euro alla migliore startup.
L’idea
Partendo da un bisogno personale e confrontandosi con persone che hanno la sua stessa necessità, Serena crea BabyGuest una piattaforma che aiuta le famiglie che viaggiano con bambini e gli alberghi ad accoglierle.
Si, ma cosa faceva prima?
Serena era manager per Mediaset Premium nell’ambito commerciale e dopo la nascita di suo figlio, da una svolta alla sua vita decidendo di lasciare il lavoro da manager per dedicargli più tempo e di diventare una startupper.
Il marito era spesso fuori per lavoro a New York e lei lo raggiungeva con il bambino appena poteva. Ma gli spostamenti, tra culla, passeggino e attrezzature varie, erano un problema. Allora su un forum di mamme americane cerca di capire se c’era qualche famiglia disposta a noleggiare sul posto il necessario. Ma l’esperienza non è stata soddisfacente per le condizioni poco igieniche in cui trovava gli oggetti presi in prestito. Allora è scattata la lampadina: “Perché non concentrarsi su una piattaforma professionale di questo tipo?”".
Ok si parte! Ma con quali soldi?
Una volta ottenute tutte le informazioni necessarie Serena si fa aiutare dal marito e dalla cofunder Zornitza Kratchmarova per portare avanti il suo progetto. La banca? Macché... investe i suoi risparmi per l’acquisto dell’attrezzatura.
Insieme contattano gli alberghi e operatori turistici per vedere se l’idea piace ma non senza difficoltà: "all’inizio è stata dura. Fare capire l’innovazione del servizio che nasce, in fondo, da un’idea estremamente semplice. Poi c’è la burocrazia che sembra non finire mai e le enormi difficoltà nel reperire soldi di cui siamo alla ricerca per potenziare la comunicazione del progetto".
La startup verrà testata in occasione del Giubileo
Puntare al Giubileo. Sarà il banco di prova. Un evento nel quale è previsto un flusso turistico di 24 milioni di visitatori da tutto il mondo, il 43% dei quali verrà con famiglia a seguito.
Lost in crowdfunding. le startup che hanno fatto flop
Tecnicamente Serena & Co. ce la possono ancora fare. Il risvolto sociale c'è. Dovranno sperare in un’accoglienza un po’ più calorosa da parte della finanza. Come loro, questi sono i lost in crowdfunding.
Aziende, idee, startup perse nel guado della ricerca di finanziatori. Ce ne sono a centinaia. Basta passare un pomeriggio sulle principali piattaforme di crowdfunding. Incominciando magari dalle più conosciute come Kickstarter, Indiegogo, Crowdrise oppure Quirky, per poi passare a quelle di casa nostra, come Eppela e Produzioni dal Basso.
L’equity crowdfunding è una (relativamente) nuova forma di investimento per le startup innovative.
Consente di finanziarle acquistando titoli di partecipazione, cioè azioni o quote di una specifica società, attraverso portali di raccolta online vigilati dalla Consob che si fanno intermediari di una partecipazione come un vero e proprio investimento finanziario .
Ma com’è il bilancio di questi primi due anni di attività? Non esaltante. Anzi, per dirla con le parole di Giancarlo Giudici, docente associato di Finanza aziendale al Politecnico di Milano e componente dell’Osservatorio sul crowdfunding, la cifra raccolta è “ridicola”: siamo sui due milioni di euro.
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