L'estate sta finendo e Sarahah se ne va
Benvenuti pavidi!
L'estate sta finendo...e anche la fama di Sarahah sembra giunta al capolinea. Avete presente l'iconcina con la busta bianca su sfondo azzurro che sbucava dalle bacheche Facebook per tutta l'estate? Ebbene, con i suoi 18 milioni di download si può dire che la piattaforma sia a tutti gli effetti l'app dell'estate 2017.
Per chi ancora non lo sapesse, chiunque si iscriva a Sarahah dà il via libera agli altri utenti a rivolgere su apposita bacheca i migliori complimenti come i peggiori insulti, in forma assolutamente anonima. Una pubblica gogna in cui ciascuno può scagliare la propria pietra senza nemmeno metterci la faccia.
Sulla carta, sembrerebbe un'idea bislacca ma tant'è che anche stavolta vince la curiosità su cosa la gente possa o meno pensare sul nostro conto. Ma vi spieghiamo qui perchè probabilmente il boom di giugno-agosto è destinato a morire con la bella stagione e perchè era prevedibile che Sarahah si rivelasse più che un semplice sfogatoio.
Un po' di storia
Sebbene si sia diffusa negli ultimi mesi, Sarahah è stata creata nel 2016. L'idea è di Zain al-Abidin Tawfiq , 29 anni, originario dell’Arabia Saudita, analista di sistemi aziendali presso una società petrolifera.
All'inizio si trattava di un semplice sito web e l'obiettivo era far sì che i dipendenti di qualunque azienda potessero inviare messaggi anonimi e senza possibilità di replica ai propri superiori. Una sorta di moderna cassetta dei suggerimenti insomma, in cui rivelare situazioni complicate senza troppe conseguenze.
I primi mesi la piattaforma stenta a decollare ma la svolta arriva grazie ad un amico influencer che, pubblicizzando il servizio sui social, riesce a far superare lo scoglio dei mille messaggi inviati. Nei primi mesi del 2017 Sarahah comincia a diffondersi in Egitto e nei Paesi arabi.
Del tutto anonimi?
Dal sito all'app il passo è breve. La piattaforma comincia ad essere scaricata in tutto il mondo: Stati Uniti, Sudafrica, Irlanda e Australia, raggiungendo numeri impressionanti. Ma Sarahah, che in arabo significa onestà, non è certo così trasparente come recita il suo nome. L'inghippo sta nella privacy: secondo l'esperto di sicurezza informatica Zachary Julian l'app raccoglierebbe i dati presenti nella rubrica degli utenti, memorizzandoli sui propri server. La pratica, pur non essendo del tutto nascosta ( l'app, una volta scaricata, chiede il permesso di accedere ai contatti telefonici) gioca in ogni caso sulla scarsa chiarezza di intenti.
Il founder si è difeso spiegando che la raccolta dei contatti degli utenti era pensata per dotare l'app della funzione "trova i tuoi amici", comune a molte applicazioni, che alla fine non è stata introdotta per un problema tecnico. Il database attualmente non ospita contatti e la richiesta di accedere ai dati verrà rimossa sul prossimo aggiornamento dell'applicazione.
Una scusa per nascondere secondi fini? Probabilmente Sarahah non durerà ancora per molto, ma nel frattempo il rischio e la possibilità che i dati presenti sui server vengano violati e rivenduti al miglior offerente è reale.