L'estinzione dei dinosauri e le banche
17.04.2015 16:20
Forse nessuno lo ricorda
Ma i primi passi dell’economia italiana furono guidati da Luigi Einaudi (come governatore della Banca d’Italia), che, grazie al grande prestigio di cui godeva, riuscì a ribaltare la politica inflazionistica del Governo e a imporre come obiettivo prioritario la stabilità della lira.
Nel 1948, con una severa restrizione del credito, l’inflazione, che aveva toccato su base annua il 50%, fu domata.
L’operazione, che fece crescere inizialmente il numero dei disoccupati, ebbe effetti positivi e fu alla base della sorprendente crescita economica degli anni Cinquanta e Sessanta con ritmi che l’Italia non aveva mai toccato.
Enrico Mattei e la dipendenza dalle Banche
Nel 1946, all’interno del Comitato di Liberazione Nazionale, Nenni, convinto che l’Agip sia solo il frutto della megalomania di Benito Mussolini, chiede e ottiene che l’impresa venga messa in liquidazione.
Si propone Enrico Mattei come commissario liquidatore che, prima di liquidare, fa alcune verifiche.
Mattei era un esperto di chimica e, dove aver perso la sua aziendina a causa della guerra, ed aver partecipato ad alcune attività partigiane per la liberazione, era l'unico imprenditore del nord italia di fiducia del governo.
Si presenta all'Agip per chiuderla
Ma un ingegnere gli propone di accompagnarlo in provincia di Piacenza. Li scoprono il metano e iniziano a fantasticare sull'idea di portare il gas ed il riscaldamento nella case di Milano.
Servono soldi, e dopo la guerra, nessuno è disposto a finanziare un impresa energetica!
Convince Raffaele Mattioli, il banchiere della Banca Commerciale Italiana, a emettere un prestito di un miliardo di lire per continuare le perforazioni nella Pianura Padana, mettendo a garanzia le sue personali proprietà e....trova il metano!
Nel 1948 De Gasperi, che culturalmente era più un costruttore che un demolitore, di fronte ai risultati ottenuti da Mattei, annulla la decisione della liquidazione.
Le nascita dell imprese pubbliche (in perdita)
I primi governanti del Paese sono convinti della necessità di una liberalizzazione degli scambi, come reazione agli anni del dell’autarchia fascista, ma sono anche convinti della necessità di una forte presenza dello Stato nel sistema produttivo e nei servizi.
Il Banchiere centrale Einaudi fa una previsione: "le aziende pubbliche, con il tempo, per salvare gli aspetti sociali avranno il sopravvento su quelli economici , con il risultato di creare le condizioni per avere imprese perennemente in perdita".
Einaudi è stato buon profeta anche quando ha ammonito sulle difficoltà a quantificare le perdite delle aziende pubbliche, perché le vie che la contabilità apre per sfuggire alle cifre in rosso sono infinite.
Per fortuna, le imprese pubbliche si trovano a essere gestite, in genere, da buoni manager
Ciò consente di ammorbidire il principio della pianificazione in un più moderato capitalismo manageriale di Stato, che inizialmente produrrà buoni risultati.
Nel giugno 1949, durante il terzo congresso della DC, i dossettiani propongono la pianificazione dello sviluppo economico del Paese, che troverà la prima teorizzazione nel 1948 e, successivamente, con il documento Schema di sviluppo del reddito e della occupazione in Italia nel decennio 1955-1965. Il documento prevede forti investimenti nell’edilizia abitativa e nelle opere pubbliche e la costituzione della Cassa per il Mezzogiorno.
Gli anni Quaranta si chiudono con le violente proteste dei contadini del Sud, che, oppressi da secolari condizioni di degrado, sembrano conquistare una coscienza collettiva che consente di superare sfiducia e fatalismo. La componente comunista sostiene che la situazione economica è in continuo peggioramento perché adattata e subordinata alle esigenze dell’economia americana.
Le Banche e il Vaticano
Ai primi cenni dell’imminente guerra mondiale Pio XII si era preoccupato di salvaguardare l’ingente liquidità di cui il Vaticano disponeva, conferendo l’incarico di occuparsene a Massimo Spada, il segretario dello Ior, la banca vaticana.
Spada conferma la propria abilità di finanziere consigliando al papa di convertire tutta la liquidità in sterline oro.
Alla fine della guerra il Vaticano si trova a essere la più potente istituzione finanziaria del Paese e lo Ior inizia la propria avventura come azionista di molte imprese italiane.
Nel giro di pochi anni Massimo Spada accumula una trentina di partecipazioni di comando o di co-comando in imprese. Ad Enrico Mattei presta la liquidità per comprare la Egyptian Oil Company, la prima società estera dell’Eni che gli consentì di lanciare un guanto di sfida alle Sette Sorelle.
Spada fu l’artefice anche della vendita della fabbrica automobilistica LANCIA (con i relativi debiti) alla Fiat, al prezzo simbolico di una lira per azione.
Lo IOR fu anche protagonista di un’operazione di ingegneria finanziaria senza eguali in Italia e nel mondo.
La Italmobiliare, da controllata di Italcementi, diventò la controllante del colosso cementifero, grazie a una serie di operazioni che oggi sarebbe impossibile compiere e che vide transitare da un soggetto all’altro ben 200 miliardi di lire.
Fulcro di tutte queste operazioni fu sempre lo IOR.
Con la vendita della LANCIA, Gianpiero Presenti realizzò il sogno della sua vita, essere un banchiere, e con la supervisione di Enrico Cuccia, mise in vendita la Ras, il secondo gruppo assicurativo italiano, alle banche.
Un errore imperdonabile perché di lì a poco i valori di banche e assicurazioni salirono alle stelle e il gruppo avrebbe avuto la possibilità di diventare il primo gruppo italiano.
La potenza finanziaria del Vaticano iniziò a calare con l’arrivo alla presidenza dello Ior di Paul Casimir Marcinkus, capo dei servizi di sicurezza del papa, che divenne socio e protettore di due grandi bancarottieri e faccendieri come Michele Sindona e Roberto Calvi.
Per rivedere la grande finanza cattolica giocare un ruolo di primo piano in Italia si dovrà attendere la fondazione di Comunione e Liberazione prima, e della Compagnia delle Opere dopo.
Oggi, siamo quello che siamo...