Lettera a un amico che vuole cambiare vita
Caro/a amico/a,
Qual è il tuo sogno? No, davvero, cosa vuoi fare nel tempo che ti rimane da spendere su questo pianeta? Te lo chiedo perché soffermarti a pensarci, anche solo per qualche minuto, possa potenzialmente cambiarti la vita. A me è successo, è bastato un attimo per innescare la rivoluzione e un paio di mesi per metterla in pratica. E ritrovarmi esattamente dove avrei sempre voluto essere.
Facevo la massaggiatrice di teste dei giocatori di poker nei casinò inglesi. Un lavoro assurdo, lo ammetto, ero tornata a Londra senza un soldo in tasca e colsi l’opportunità di un lavoro proficuo al volo. Ero fidanzata con un musicista irlandese che amavo e mi sembrava andasse tutto bene. In effetti non andava male, ma ora che so cosa vuol dire “bene” posso dire che andava e basta.
Cambiare vita? Comincia a camminare...
Dopo qualche mese il lavoro iniziò a diventare insostenibile, orari assurdi, clienti nevrotici, rivalità tra colleghe; ero sempre più stressata e forse anche questo spinse il mio compagno ad allontanarsi e poi lasciarmi, solo un mese dopo che, in ginocchio davanti a me, mi chiese di sposarlo.
Ero distrutta, mi rifugiai nell’alcol ma continuai ad andare a lavorare, trovandomi sempre più patetica ogni volta che mi guardavo allo specchio. Cosa ci facevo a massaggiare teste, sola, a Londra a 33 anni compiuti? Era forse quello che avevo sempre sognato?
No, ne ero certa. In quel momento mi accorsi che non mi ricordavo più nemmeno quali fossero i miei sogni. Nel momento in cui constatai questa triste realtà stavo massaggiando proprio uno di quei miei clienti nervosi, con la testa bassa, rivolta al suolo e guardandomi le scarpe lessi “Go Walk” scritto sulle mie skechers da lavoro.
Il vaso era traboccato e quell'avvertimento (vai a camminare) mi spinse a licenziarmi all’istante e a seguire il consiglio delle mie scarpe. Forse non è stato il più profondo o significativo tra i consigli ricevuti in vita mia ma posso certamente confermare sia stato il più utile.
Camminai da Marble Arch a White Chapel in una surreale notte londinese tra gli autobus, gli ubriachi e i lavoratori stanchi che tornavano a casa, e per la prima volta dopo mesi io non ero né ubriaca né stanca, ero libera! Potevo scegliere di essere me stessa, chiunque essa fosse.
Ritrovare i propri sogni
Il problema era che non lo sapevo, avevo perso il contatto con chi ero. Fortunatamente la lunga camminata notturna mi aiutò a schiarirmi le idee. Ritrovai i ricordi di quello che mi era sempre piaciuto fare. Le mie passioni. Io amo, ed ho sempre amato viaggiare, scrivere, fotografare e… sognare. Lentamente, d’altronde sono sempre stata una persona di indole lenta.
Mi sembrava di aver trovato gli ingredienti giusti ora si trattava solo di dosarli e mettermi dietro ai fornelli. Il mio piatto sarebbe stato: l’Italia a piedi, senza soldi (me li ero bevuta tutti), raccogliendo sogni.
Camminare dalla Sicilia al Piemonte, raccontando passo dopo passo la mia avventura in un blog. In quel modo avrei dato sfogo alla mia lentezza, alla mia passione sia per la scrittura che per la fotografia ma soprattutto, raccogliendo i sogni degli altri avrei potuto stimolare in chi avrei incontrato per strada la rivoluzione interiore che avevo appena vissuto.
Entro un paio di mesi ero già in cammino, il mio blog ebbe tanto successo da attirare l’attenzione di diversi editori, trasformare la mia storia in un libro e permettermi di vivere di quello che pubblico.
A distanza di quattro anni da quel momento mi ritengo una scrittrice di discreto successo, non guadagno molto, ma continuo a viaggiare e a dedicarmi solo ed esclusivamente alle mia passioni e sono felice.
Ora dimmi, qual’è il tuo sogno?
Blogger, traveller e autrice di libri
Ecco i suoi libri:
Walkaboutitalia: l'Italia a piedi, senza soldi, raccogliendo sogni»