L'italiano quarta lingua nel mondo? Il successo è dovuto alle tre F

Inglese, francese, spagnolo.

capreseE fin qui ci nulla di nuovo sotto il sole. Ma chi l’avrebbe mai detto che un giorno, nella classifica delle lingue più studiate, l’italiano sarebbe stato al quarto posto?

Inizialmente credevo si trattasse di una fake news. Invece, a quanto pare, l'idioma del sommo Dante ha superato in fama e volenterosi studenti anche cinese e giapponese.

La notizia è ghiotta non per il semplice prestigio e vanto genuino che comporta. Il vantaggio per noi abitanti del Bel Paese è che sempre più persone vorranno imparare la nostra lingua.  

Dunque sempre più persone saranno interessate al made in Italy e ai nostri prodotti.

 E ancora una vasta maggioranza di individui potrà trovare posti di lavoro, come insegnanti o come ambasciatori della cultura italiana nel mondo.

La rosa di possibilità è veramente ampia.

Perché una tale diffusione?

gesticolareL’affermazione dell’italiano si muove precisamente su due fasce. Chi lo impara per lusso e cultura personale; perché, come direbbero gli americani “is a cool language. Altri invece perché ne hanno reale bisogno.

Per spiegare meglio questi concetti chiamerò in causa il prof. Ernesto Balboni, noto linguista italiano, che in un suo interessante intervento ha spiegato come la fortuna della lingua italiana sia legata principalmente alle tre F.

Qualche malizioso potrebbe subito giungere a conclusioni. Ma vi assicuro che ciò di cui stiamo parlando riguarda settori che si stanno realmente espandendo a vista d'occhio, portando alto il nome del nostro Paese nel mondo. 

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FOOD

pizzaMolta della voglia di apprendere la nostra lingua passa per prima cosa... dallo stomaco. 

La cultura enogastronomica rimane infatti il nostro cavallo di battaglia:  pizza, vino, formaggio, pasta, olio.

Basti solo pensare al fenomeno Eataly, catena ormai diffusa in tutto il mondo, dove la gente deve prenotare almeno un mese prima per trovare un tavolo. 

A New York  il famoso brand si sta espandendo a macchia d’olio. Nonostante l’acquisto di un secondo piano del ristorante in Union Square, si continua a dover fare la fila anche solo per entrarvi.

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FASHION

fashionAnche nel Fashion si sta sviluppando una struttura di promozione legata alla provenienza nostrana più che al marchio in se stesso .

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 Un esempio per tutti? Dolce & Gabbana, in una delle ultime campagne pubblicitarie dedicate all’intimo, ha messo in evidenza il tricolore nell’elastico. Da questo insignificante dettaglio, in realtà, si evince che  l’appartenenza al made in Italy ha assunto priorità sul prodotto stesso. 

FORNITURE

Per non parlare della Forniture, letteralmente il mobilìo. Ma anche suppellettili, arredamento, utensili per la casa. 
«La Bialetti ad esempio» dice Balboni «ha 267 negozi monomarca nel mondo». Per non parlare di Vespa, Ferrari o Cinquecento, ormai diventate vere e proprie icone dell’italianità nel mondo.

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Italiano, non solo cool language

italianoLa diffusione dell’italiano è dunque un lusso, un fatto culturale per una determinata fetta di popolazione quali gli americano o gli australiani. L’altra faccia della medaglia è invece lo studio dell’italiano come bisogno.

I pezzi per assemblare le 500 vengono realizzati in Polonia, Macedonia o Montenegro. Successivamente, sono esportati in Italia per essere montati o rifiniti.

Nei paesi del Nord Africa o nell’Europa dell’Est dunque l’italiano è lo strumento del lavoro e dell’integrazione. 

La maggioranza degli immigrati, che siano russi, rumeni o africani, preferisce che la famiglia impari la lingua del posto prima di lasciare la terra d'origine. Non per niente viene attualmente studiato da 2 milioni e 300.000 studenti  (che non sono certo pochi).

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E questo spiega l’attuale grandissima richiesta di professori nei Paesi dell’Est.

Dunque mi sovviene un pensiero: per esempio smetterla di lamentarsi sempre della nostra condizione e cominciare a sfruttare i nostri fiori all’occhiello? Forse, in primis, servirebbe un corso di valorizzazione delle nostre ricchezze e risorse. Prima che qualcun altro le valorizzi per noi. Rendendo di fatto nullo tutto il discorso precedente. 

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di Irene Caltabiano

 

 

 

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