Lo spedizioniere di cacca: quando l’esperimento diventa business
Cosa?!
A prima vista sembra il classico pesce d’aprile, invece è tutto vero: esiste una start-up (ed è ovviamente americana) che si occupa di spedire escrementi in ogni parte del mondo per conto di clienti che odiano visceralmente qualcuno.
Shitexpress.com, come recita lo slogan del sito, è un modo semplice per recapitare un pacco di cacca. Suona un po’ meno romantico del celebre “ditelo con un fiore” che ha fatto vendere vagonate di rose rosse a qualunque fioraio del globo, ma i numeri dicono sia altrettanto efficace.
Nel primo mese di attività, circa tre anni or sono, l’azienda ha fatturato ben diecimila dollari. È tutto documentato: cinquecento clienti hanno acquistato il servizio a un prezzo di venti dollari ciascuno (pagabili con Bitcoin o Paypal).
La matematica non è un’opinione ma il gesto è decisamente opinabile: possibile che il desiderio di punire qualcuno per una ragione ics riesca a giustificare una spesa simile? Alla fine tutto quel che si ha in cambio è la “soddisfazione” nell’immaginare la faccia che farà il destinatario nel momento in cui aprirà il pacco e sarà inebriato dallo sgradevole odore che ne uscirà fuori.
Ecco come funziona.
Trattandosi di un omaggio prevedibilmente sgradito, il mittente resta anonimo, ma può comunque personalizzare il “dono” con un messaggio apposto sul pacco mediante adesivo. A quel punto non resta che scegliere l’escremento di animale preferito, fornire l’indirizzo della vittima e passare alla cassa. Senza colpo ferire, lo spedizioniere confezionerà il tutto e affiderà il malloppo al corriere espresso di fiducia.
Il fondatore della start up è un tale Peter, un giovanotto che ha trasformato un semplice esperimento di marketing in un business solido. Inizialmente, come egli stesso ha dichiarato, non aveva idea di cosa fare se qualcuno avesse davvero ordinato una spedizione. Dove prendere la cacca? Dove trovare un packaging adatto e al tempo stesso economico? Quali sono le dimensioni e il peso giusti e come imballare la scatola? Come fare per convincere il destinatario che si tratta di un regalo da scartare?
Queste sono alcune delle domande che hanno affollato la mente di Peter quando ha messo online il sito. Detto fatto, dopo aver ricevuto il primo ordine si è recato nella stalla più vicina a casa sua e ha chiesto un po’ di materiale organico, poi l’ha impacchettato in un contenitore Tupperware e l’ha spedito. Da quel momento in poi è stato un crescendo e diversi portali d’informazione si sono interessati alla cosa diffondendo la notizia, aiutando l’impresa a decollare.
In tre anni di attività, oltre ai tanti soldi incassati s’è consolidato uno stretto rapporto di fiducia coi clienti, il che ha creato le basi per importanti sviluppi futuri. Peter, infatti, sta pensando a servizi aggiuntivi da offrire per allargare il business.
Se vuoi salire l’intera scala, procedi un gradino alla volta.
Quello che fa sorridere è che una start up nata spedendo pura e semplice cacca potrebbe presto diventare un’azienda milionaria tipo Amazon. Per quanto assurda possa sembrare, l’idea è illuminante perché fa capire come l’unica cosa che conta veramente negli affari sia individuare una reale esigenza della gente e andarle incontro. Non serve l’invenzione rivoluzionaria in sé, per fare soldi.
Bisogna partire in modalità basic come ha fatto Google e poi, riscossi i primi successi, ampliare l’offerta. È questa la strategia da seguire per diventare grandi, senza andare troppo per il sottile.
Per riuscire a monetizzare spedendo escrementi occorre avere una creatività e un’apertura mentale sopra la media, checché ne dicano i benpensanti. Come cantava Fabrizio De Andrè, dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.
autore del romanzo "Veronica Fuori Tempo"
Seguici anche su Google Edicola »