Master “stellari”: ti conviene accendere un mutuo per trovare lavoro?
La (relativa) democratizzazione dell’istruzione è una conquista degli ultimi decenni
Tuttavia, inutile negarlo, l’estensione del numero di persone con accesso alla formazione si è accompagnato a un generale abbassamento degli standard qualitativi.
Un quadro, questo, aggravato dal fatto che, nella quasi totalità dei casi, i corsi universitari forniscono solo pacchetti di nozioni teoriche, e quindi estremamente generiche, se non proprio vaghe.
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Delimitare il proprio campo d’interesse per diventare il numero uno
Si è fatta strada, così, l’esigenza di costruire modelli formativi specialistici, mirati cioè ad approfondire un determinato ambito professionale, fornendo agli studenti gli strumenti operativi propedeutici a ricoprire, in un futuro prossimo ragionevolmente vicino, ruoli ben definiti.
Ciò ha reso praticamente indispensabile, per i laureati, frequentare almeno un master, dopo aver conseguito il titolo triennale o magistrale.
Cosa fa la differenza, quando bisogna investire in formazione?
Nell’oceano di master offerti è necessario scegliere con attenzione e pragmatismo quello da frequentare.
A contribuire in tal senso è Quacquarelli Symonds, società inglese fondata nel 1990 da Nunzio Quacquarelli e Matt Symonds.
QS, che opera nel settore dell’educazione e della formazione all’estero, partecipa alle World University Rankings, e ha elaborato quattro classifiche relative ai master nel settore business.
Così, sono stati segnalati i corsi più interessanti per chi vuole diventare imprenditore, o comunque lavorare nel settore della finanza.
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Dove andare se vuoi studiare business analytics?
Una delle graduatorie redatte da Quacquarelli Symonds è incentrata sulla valutazione degli MBA.
Quattro dei cinque migliori a livello mondiale vengono proposti negli Usa
- guida la Sloan Business School del MIT,
- segue il Texas con il Master of Science in Business Analytics,
- quindi Usc (Marshall)
- Minnesota (Carlson).
- Subito dopo Melbourne (Australia).
Il primo ateneo italiano è il Politecnico di Milano, che occupa il 20esimo posto.
Il dato che colpisce maggiormente è che questo master è ancora poco diffuso su scala internazionale: basti pensare che su 45 proposte formative, 28 sono statunitensi.
Quali sono i centri di eccellenza per il management?
Si tratta, in questo caso, di un master maggiormente diffuso. A livello mondiale ne vengono infatti offerti circa 130, e la top five presenta una certa diversificazione.
Al primo posto troviamo l’HEC di Parigi con Strategic Management, seguito dalla London Business School, dall’Esade (Spagna) con International Management, dall’ESEC – Strategic & Management of International Business (Francia) e dall’Imperial – MSC in Management (Regno Unito). La Bocconi si classifica all’undicesimo posto.
…e per la finanza?
In tal caso, è consigliabile tenere presente la Francia, che piazza quattro dei suoi master tra i primi dieci. Ai vertici troviamo la London Business School, il MIT con la Sloan Business School, l’HEC di Parigi (Master in International Finance), Oxford (MSc Financial Economics) e UC Berkeley (Usa). La Bocconi si conquista l’ottavo posto.
Uno sguardo d’insieme
Per quanto riguarda la quarta classifica, denominata Global MBA, ancora una volta si segnala la Francia, con due atenei qualificati tra i primi tre. Al primo posto, però, troviamo Harvard (USA), quindi INSEAD ed HEC. Seguono la statunitense Stanford e la London Business School. La Bocconi è 22esima.
Il successo non è una formula matematica
Il mercato del lavoro – soprattutto in alcuni ambiti – è sostanzialmente saturo. Incrociare domanda e offerta è spesso difficile, soprattutto quando la prima è particolarmente esigente e selettiva, e la seconda non è in grado di offrire un valore aggiunto rispetto alla concorrenza, o comunque un’abilità particolarmente sviluppata (problem solving, resistenza allo stress ecc ecc).
Indubbiamente una solida formazione resta sempre un buon biglietto da visita in sede di colloquio, ma l’esperienza di ognuno di noi, come pure numerose case history, dimostrano che questa non è una condizione sufficiente per trovare il lavoro dei sogni.
Sono all’ordine del giorno le storie di colossi commerciali i cui fondatori non avevano neanche conseguito la laurea, figurarsi un master da 20.000 euro. A fare la differenza sono stati altri fattori: il talento organizzativo, un’intuizione scaturita in largo anticipo sui tempi, la capacità di creare un team efficiente.
Competenze, queste, che nessuna scuola può “infondere” per una sorta di tocco magico: il mix da cui nascono è, al contrario, frutto di una serie di elementi che solo per pura coincidenza risultano perfettamente bilanciati.
Dunque, siate realistici e cominciate a familiarizzare con il rischio in senso lato.
Ridimensionate le aspettative verso il mondo dei master esclusivi e costosissimi, e osservate quello che vi circonda.
Siate nello spirito del vostro tempo, ma ritagliatevi uno spazio per sviluppare la creatività e il pensiero laterale. Pazienza e tenacia troveranno un’inedita veste per premiarvi.
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