Miomojo, la nuova moda sa di mela e impegno sociale
La moda italiana è sempre stata sinonimo di garanzia.
E, come tutti i campi artistici, si evolve, prendendo nuove direzioni e sviluppi in parallelo al cambiamento della società.
Non è un mistero che ormai tantissime aziende, anche quelle non esattamente famose per avere parametri di ecosostenibilità nella loro produzione, stiano abbracciando la filosofia green.
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La consapevolezza dei danni provocati all’ambiente e quindi, concretamente, a noi stessi, cresce. Il consumo di acqua e CO2, la produzione di rifiuti, l’utilizzo di agenti chimici, se non avviene un’inversione di rotta, sono destinati ad aumentare del 65% entro il 2030. Tuttavia, la luce in fondo al tunnel esiste.
Tante attività stanno puntando su nuovi materiali, completamente ecosostenibili e cruelty free. E anche qui la moda italiana dimostra di essere un passo avanti.
Miomojo, niente più “fashion victims”
Borse, zaini, abbigliamento sportivo, tutti all’insegna dell’eleganza e dello stile.
Miomojo, azienda nata nel cuore di Bergamo, fin dai suoi albori ha detto no alle “fashion victims”: niente più lana, pelle o seta per realizzare le proprie collezioni, nessuna sofferenza inflitta agli animali.
La parola mojo proviene dallo slang americano e significa fascino, fortuna, talento.
La fondatrice, Claudia Pievani, vegetariana da quando aveva quindici anni e in seguito vegana, sviluppa il suo mercato inizialmente in Germania. Un mercato di fiducia, puntuale e preciso nei pagamenti, qualità spesso carente in ambito nazionale.
Inoltre, fino dalle elementari, Claudia ha sempre avuto una passione per le lingue: «Volevo parlarle bene, e ora posso dire di conoscerne quattro. Ho fatto l’università in Germania e sono stata parecchio in giro, lavorando come export manager nel settore accessori per aziende italiane e tedesche. MioMojo deve la sua parte eco alla mia formazione in Germania, dove questi temi sono molto sentiti» ha dichiarato la fondatrice in un’intervista all’Eco di Bergamo.
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Un design gentile
Borsellini, portachiavi, zaini, sono al 100% realizzati con scarti di prodotti naturali, che vanno dalle bucce di mela, al mais al cactus fino a reti da pesca riciclate, vetro e caffè. Un design “gentile”, termine che ricorre spesso sul sito.
Un modo attento e rispettoso di vedere la moda, che gli è valso il premio PETA Germany vegan fashion nella categoria Best Handbag con la Borsa Giorgia, realizzata in Apple Skin, tessuto estratto dalle bucce di mela.
“Giorgia”, che diventa anche zaino, è capiente e stilosa, con un comodo manico regolabile e la fodera composta al 100% da bottiglie di plastica riciclate, dal design adatto per ogni tipo di occasione.
È bello e giusto sapere che, anche nella moda, si cerchi di remare tutti nella stessa direzione. Per questo MioMojo devolve il 10% del suo utile netto a progetti di salvaguardia animale.
Un esempio di lavoro pulito, trasparente e socialmente utile. Un punto di riferimento che si spera abbia largo seguito. Unica pecca? I prodotti, a livello di prezzo, non sono esattamente abbordabili. Ma per una causa talmente importante, vale la pena investire il proprio denaro.
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