Mollo tutto e vado all’estero! La voglia di ricominciare accomuna "previdenti" e "passionali"
L’abbraccio tra crisi e globalizzazione ha generato un “figlio” controverso
Il fenomeno ormai consolidato degli italiani che espatriano. Se fino a dieci anni fa la scelta di abbandonare il proprio Paese per provare a reinventarsi una vita all’estero era un’eccezione, la decisione maturata da pochi, in situazioni abbastanza particolari, oggi è una realtà che non può essere ignorata. I motivi possono essere i più disparati: l’esigenza di nutrirsi di nuovi stimoli, umani e professionali, la contingente assenza di una dimensione soddisfacente a 360 gradi, ecc ecc.
Oggi abbiamo raccolto la testimonianza di Alessandro Castagna, ideatore del sito Voglio Vivere Così.
Quando e com’è nato il progetto?
Il sito è nato nel febbraio 2007 per raccontare le storie degli italiani che avevano deciso di trasferirsi all'estero. Negli anni poi ci siamo evoluti e nel marzo 2016 siamo diventati una testata giornalistica digitale. Un vero e proprio magazine che pubblica quotidianamente news e approfondimenti utili a chi sogna di cambiare vita.
Quali sono, in base alla vostra esperienza, le principali motivazioni che spingono gli italiani a fare “il grande salto” e trasferirsi all’estero per cominciare una nuova vita?
Sono molte, dipende dalla fascia d'età e dagli obiettivi. C'è chi emigra per cercare una qualità di vita migliore. Chi per avere maggiori sbocchi professionali. Chi perché con la propria pensione non ce la fa a vivere in Italia. Sono davvero tante le motivazioni che spingono i nostri connazionali a guardare all'estero per voltare pagina e vivere una vita più serena e gratificante.
Qual è l’identikit dell’italiano che decide di andar via dall’Italia?
Secondo l'ultimo rapporto Migrantes sono prevalentemente giovani dai 18 ai 34 anni provenienti dalle regioni del centro/sud.
Quali sono le mete preferite degli italiani con formazione ingegneristico-scientifica? E quali invece quelle predilette da chi lavora nell’ambito della cultura?
Per chi ha una formazione scientifica direi Germania, Inghilterra, Francia e a seguire i paesi del nord Europa. Se poi trovano un'azienda “sponsor” Canada, Stati Uniti e Australia.
Vi va di raccontarci due-tre storie tra le tante che avete raccontato, e che vi ha particolarmente colpito?
Io amo particolarmente due tipi di storie. Le prime sono quelle di chi per raggiungere il proprio sogno ha pianificato e programmato con attenzione tutte le fasi per poter ridurre al minimo i margini di errore. I “previdenti” li chiamerei. Quelli che vogliono cambiare, ma lo vogliono fare senza correre troppi rischi. E' il caso di Marzia che una volta deciso che voleva trasferirsi nelle Filippine ha studiato tutto nei minimi dettagli e alla fine ha aperto un B&B sulla spiaggia. La altre storie che amo sono quelle delle persone che, grazie alle loro passioni e alla loro formazione professionale, hanno potuto cogliere opportunità di lavoro all'estero. Cito per esempio Dario, zoomusicologo che, grazie ai suoi studi, ora lavora all'Università di Helsinki. Ma sul Magazine ce ne sono davvero tante e di davvero incredibili. Storie di coraggio, amore, perseveranza e a volte spregiudicatezza. Perchè chi vuole cambiare alle volta si butta senza paracadute ma con tanto entusiasmo e tanta gioia di vivere. Sono oltre 2000 le storie straordinarie che abbiamo raccontato in questi anni. La mia speranza è che possano essere di aiuto e ispirazione a coloro che sognano il cambiamento.