Neo-diciottenni, sfruttate subito quel bonus cultura
Invidia.
Sana invidia. Questo ho provato nei confronti di chi stava per affacciarsi alla maggiore età e riceveva in regalo il bonus cultura. Cinquecento euro. A diciotto anni. Da spendere in libri, musica, concerti, spettacoli…CINEMA.
Avessero detto a me, a diciott’anni: «Tieni, con questo dovrai sborsare al massimo i soldi per i popcorn» oppure «Non avrai bisogno di centellinare i cinquanta euro risparmiati dalla paghetta o dal volantinaggio. Potrai comprare l’edizione gold e i classici più famosi di Marquez. E leggerli mentre fai la fila per la mostra di Picasso».
Mi sfugge qualcosa. Risulta infatti che il buono messo a disposizione dal governo Renzi sia stato sfruttato appena dal 61% degli adolescenti in procinto di affacciarsi alla maggiore età. Bene. Ma non benissimo. Ma il restante quaranta? Perché diavolo, miei cari millenials, non siete corsi a sfruttare quest’opportunità?
Qualcuno attribuisce il flop alla difficoltà di ottenere SPID, ovvero l’identità digitale che serve per registrarsi a 18-app, la piattaforma che distribuisce i buoni da sfruttare in differenti negozi. Pensiamo davvero che in un mondo in cui i ragazzini sono connessi almeno dodici ore su ventiquattro i problemi riguardino il gap digitale? A controprova che l’argomentazione sia un tantino debole, molti vorrebbero sfruttare quei soldi per comprare elettronica, smartphone, tablet. Peccato che non vedo esattamente un nesso diretto con la cultura.
Qualcun altro sostiene invece che il nocciolo della questione siano stati i pochi i commercianti ad aderire all'iniziativa. Ma anche questa non regge. Nonostante in alcuni comuni si possano davvero contare sulla punta delle dita, su Amazon e Ticketone si può comprare di tutto.
La cultura...della truffa
Ma, se i rivenditori a prender parte all'iniziativa sono pochi, molti neo-diciottenni invece conoscono benissimo l'arte della rivendita. Online esiste infatti un vero e proprio mercato nero di bonus. Quei soldi, i malcapitati, non sanno proprio come spenderli. Ma come fare se l'incentivo è nominale? I genietti del raggiro hanno pensato anche a questo.
Uno di loro, Gennaro, scrive su un forum di “scambio-compro-vendo” libri usati. “Il meccanismo è semplicissimo. Tu scegli i titoli su Amazon, dividi per due il prezzo, mi fai la ricarica Postepay e, arrivato l’accredito ti faccio l’ordine. Tempo due o tre giorni e il libro è a casa”. E allega gli screenshot di chi ha già usufruito del servizio. “Io ci guadagno, visto che non leggo” .
Risultato?
Probabilmente il bonus cultura non verrà emanato per la terza volta. Dei 290.000 stanziati ne sono stati spesi 12, 5 circa. Esperimento fallito.
Importerà davvero qualcosa ai nati nel 2000?Direi che l’inghippo si può riassumere nell’ultima frase di questo ragazzo che fra poco avrà diritto al voto:
“Io ci guadagno, visto che non leggo” .
Se non c’è richiesta di cultura, se ne deve creare il bisogno. Con iniziative apposite che stimolino i ragazzi a spegnere Netflix e immergersi nella magia del teatro. A guardare da vicino le pennellate di Caravaggio anziché relegarle a un insieme di pixel su Google immagini.
Oppure studiare forme nuove attraverso le quali i giovani si possano avvicinare al mondo dell’arte, se è ancora possibile. Un buon tot di cialtroni forse rimarrà. Ma ho fiducia che valga almeno la pena tentare. In alternativa, anche i ventottenni quei buoni li accettano più che volentieri.