Non ascoltate i vostri genitori che vogliono per voi il “posto fisso”
15.05.2015 12:01
La scena si ripete in molte famiglie italiane: il giovane figlio o figlia che ha voglia di fare, di emergere, di realizzarsi non solo economicamente ma anche come persona, ha in mente mille idee che vorrebbe concretizzare, ma deve prima fare i conti con i suoi genitori che li disapprovano e che cercano a tutti i costi di convincerli a fare concorsi e colloqui e cercare a tutti i costi gli agganci e le conoscenze giuste per raggiungere lui, chi? Ma il posto fisso! possibilmente statale.
Raccontiamo oggi la storia di Jacopo Moschini, 27enne di Montecatini che voleva fare l’imprenditore e che credeva nella meritocrazia al punto tale da lasciare il posto fisso per inseguire il suo sogno. Crea così il “Forum della meritocrazia”.
Probabilmente anche i suoi genitori gli hanno insegnato come lui stesso afferma a tenere la “Testa bassa e pedalare”ma poi lui ha preferito tenere la “testa alta e correre”.
Jacopo corre sempre.
Corre dopo aver studiato per gli esami di maturità ed aver letto i libri per passare i test di ingresso alla Bocconi. Corre anche a Milano città che per lui rappresenta una nuova realtà da affrontare. Corre anche col freddo, perché correre lo aiuta ad “ assimilare le cose che stavo imparando” all’università.
E corre a Roma quando viene assunto come Responsabile del canale web di Posteshop e store manager del sito di e-commerce posteshop.it.
Ma ad un certo punto Jacopo riflette.
"Ho cominciato a pensare che, per quanto gratificante, non era quel posto fisso il traguardo che volevo tagliare. Giorno dopo giorno, ho deciso di intraprendere l’allenamento necessario per diventare quello che realmente volevo, un imprenditore”.
“Iniziavano così le mie personalissime Olimpiadi. Ho messo su una squadra, tutta giovane: è iniziata una staffetta fatta di telefonate a tarda sera, terminati gli impegni quotidiani; di mail scritte sul treno all’alba, di idee sviluppate ovviamente correndo. Con tutta la fatica, l’impegno e l’entusiasmo del caso.”
Sono fiero di esserci riuscito, e nel momento in cui ho lasciato Poste per dare concretamente vita al mio progetto, MyChicJungle (un sito di couponing dedicato a prodotti di qualità, un portale di e-commerce incentrato sul made in Italy e un servizio di consulting volto ad aiutare le imprese ad emergere nella realtà del commercio on-line), ho capito che avevo fatto la scelta giusta. Ci è voluto un bel po’ di coraggio, molte preoccupazioni e altrettanta pazienza. Non proprio il mio punto forte, ça va sans dire, ma fondamentale per superare i momenti no e arrivare ad avere ben chiaro il percorso. Non si lascia la strada vecchia se non si riesce a immaginarne una migliore: nel mio caso posso dire che ne è valsa la pena.
Adesso corro nuovamente.
Passo più tempo di prima in ufficio, e affronto con i miei soci (Fabiano e Paolo, che si sono abituati al mio perfezionismo così come hanno sopportato le telefonate a tutte le ore) una lunga maratona in uno scenario, quello del web, in continua evoluzione. A volte impervio, sì, ma sempre stimolante.
Certo, l’orgoglio di essere start up si scontra con non poche complicazioni. Spesso abbiamo l’impressione di affrontare una corsa a ostacoli, con le difficoltà di ottenere finanziamenti senza impegnare i risparmi dei genitori, l’impossibilità di assumere risorse che tanto ci sarebbero utili a causa dei costi eccessivi e i tanti, troppi vincoli burocratici che a volte minacciano di frenare il nostro entusiasmo. Di mio, oltre alle forze e alla sfida di rinunciare al posto fisso per antonomasia, ho investito la liquidazione, ma questo non basta.
Non molliamo mai.
Crediamo che la volontà sia il vero carburante della nostra piccola grande impresa, e quindi non molliamo. Cerchiamo di fare la nostra parte per migliorare le cose: motivo per cui abbiamo aderito al Forum della Meritocrazia, un’associazione che combatte le logiche nepotistiche e sta elaborando un “piano del merito” da presentare alle istituzioni al rientro dalla pausa estiva: un vademecum contenente gli step per un effettivo implemento meritocratico, che porti questo valore in tutti gli ambiti del quotidiano, dall’istruzione all’impresa, passando per la Pubblica Amministrazione.
Molti progetti, molta fatica, ma anche tante soddisfazioni.
Le suole delle scarpe sono un po’ consumate, forse perché alla mia corsa quotidiana non rinuncio nemmeno in vacanza. Ma non ho tempo di pensarci. Per fortuna.
Dunque, giovani italiani correte anche voi, riflettete, perché il modo per realizzare i nostri desideri professionali c’è basta solo non mollare ma soprattutto non ascoltare sempre i “consigli dei vostri genitori”.
Simona