«Non avere niente, ma essere molto». Come Heidemarie vive senza soldi da vent'anni
«Avevo tutto ciò di cui avevo bisogno. Una casa, due figli. Ma volevo fare un esperimento. Molta gente alla mia età ama stare seduta nel proprio giardino. Io volevo viaggiare»
I soldi sono tutto nella nostra società. Si giudica ogni persona in base al conto in banca. Sui media, in politica, nella vita di tutti i giorni. Ma c'è chi non ci sta. Individui che, stufi di vedere attorno a sé persone che vivono da infelici solo per seguire determinati schemi sociali, compiono scelte radicali.Per alcuni sono fuori di testa, per altri guru e maestri di vita. Ma la cosa più bella è che a loro non importa il giudizio esteriore. Ė una scelta che hanno fatto per sé stessi, senza cercare un seguito che è arrivato da sè.
Ammetto di avere avuto anche io qualche perplessità quando sono venuta a conoscenza del documentario Vivere senza soldi, storia di Heidemarie Schmwermer, sessantanovenne tedesca che dal 1996 non tocca più denaro. Nel 1994 aveva fondato la prima associazione di baratto in Germania. Due anni dopo, forse anche a causa del divorzio, decide di cambiare radicalmente il suo stile di vita. Lascia lo studio di psicoterapia, recentemente aperto dopo una vita come insegnante, disdice l'affitto, si libera di tutto ciò che teneva in casa per mettere in atto un'esprimento che sarebbe dovuto durare solo un anno. Ne sono passati venti.
Inizialmente Heidemarie va a vivere da amici e conoscenti, offrendo il proprio aiuto in casa. Mangia frutta e verdura coltivata nei loro orti e aspetta la sera per fare un giro di frutterie e supermercati, chiedendo in regalo tutti i prodotti prossimi alla scadenza e quindi non più vendibili. Per tutto il resto, si basa molto sullo scambio che si compie ogni fine settimana alla centrale Dai e prendi , da lei si stessa fondata a Dortmund. Secondo lo stesso principio, fa la babysitter.
Pensava di rimanere in sordina, un caso isolato. Invece la sua storia ha fatto il giro del mondo e la sig.ra Schmwermer è stata invitata a talk show, trasmissioni radiofoniche, incontri con le scuole. La vicenda è persino diventata un libro, omonimo del doumentario, che ha vinto il premio Culture di pace a Firenze nel 2008. I ricavati delle pubblicazione e la pensione da insegnante li dà in beneficienza.
«Non ho niente contro il denaro» afferma Heidemarie durante un'intervista del 2006. «Mi dispiace vedere il modo in cui viene utilizzato e considerato. Ormai é più di un semplice valore di scambio, è diventato il modo per definire il valore di ognuno. Insomma, chi ha tanti soldi viene considerato un persona di valore».
Non è intenzione di questa signora farci la morale. La decisione di cambiare vita è partita mettendo in discussione la SUA esistenza. Tuttavia, anche se una società che vive esclusivamente di scambio sembra altamente improbabile, persone come Heidemarie sono un fulmine a ciel sereno. Le finestre di azzurro quando pensiamo alle zone grigie della vita quotidiana, quando siamo sopraffatti dall'ansia di arrivare a fine mese, la scintilla che ci spinge a pensare che un'alternativa è possibile. Riscoprendo la speranza di uno stile di vita migliore che rifugga dalla società mercificata, che riporti la centralità sulla ricchezza più grande che abbiamo: noi stessi e gli altri. Forse, nonostante le critiche che le si possono addurre, ha semplicemente fatto ciò che la maggioranza non ha il coraggio di osare.
«Dopo tanti anni, mi sento più ricca di prima. Posso sopportare che la gente creda che sia stupida o matta, ma quando trovo qualcuno che mi capisce, sono veramente felice».
di Irene Caltabiano
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