Chi decide qual è l'età giusta per cambiare il mondo?
Chi di voi ha sentito parlare di Greta Thunberg?
La prima volta che ho letto chi fosse, ho pensato che la sua fosse una storia già sentita. Combinazioni di parole come Premio Nobel e sindrome di Asperger fanno sempre un certo effetto, facendo pensare a bambini prodigio.
E in effetti Greta è uno di questi. Nata a Stoccolma e affetta dalla sindrome di Asperger, a soli sedici anni ha già partecipato a una riunione Onu ed è stata eletta donna dell’anno. La sua voce si è diffusa in tutto il mondo generando un vero e proprio movimento planetario.
Greta è insomma diventato uno dei volti più rappresentativi della lotta al cambiamento climatico che ha visto scendere nelle piazze milioni di persone.
Tutto ha inizio quando smette di frequentare la scuola per protestare contro le eccezionali ondate di calore e gli incendi boschivi che non trovano un argine nella politica del suo paese.
Si apposta davanti al parlamento di Stoccolma con il cartellone Sciopero della scuola per il clima e partecipa all’ultima conferenza sul clima Onu dove tiene un appassionante discorso rivolto ai leader mondiali.
Con parole semplici ma incisive, Greta ha accusato i leader di non dire mai le cose come stanno e di non aver portato avanti un intervento concreto in termini di ambiente. Da allora, ha fatto parlare di sé al punto che, sembra, sarà candidata al Nobel per la Pace.
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Ma come può una ragazzina arrivare tanto lontano?
Nel film Un sogno per domani un bambino di undici anni, propone una formula per rendere il mondo un posto migliore. Un’idea generata dal candore di chi, scevro da logiche di potere, ha una visione così limpida e innocente delle cose da trovare soluzioni ai massimi sistemi. Soluzioni che spesso neanche i leader, troppo dentro a determinate logiche, sanno trovare.
Ma Greta non è sola. Anna Frank è nota all’intero globo grazie a un diario personale diventato uno dei simboli dell’Olocausto. Ed è stata su questa etrra solo 16 anni. Iqbal Masih a 13 anni è diventato simbolo della lotta al lavoro infantile in Pakistan. Malala Yousazfai è icona della lotta all’istruzione dopo essere sfuggita a un attacco dei talebani che volevano impedirle di andare a scuola.
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"Per me certe persone hanno troppa paura per pensare che le cose possano essere diverse e, insomma, il mondo, il mondo non è tutto quanto merda!"
Insomma, spesso basterebbe un po’ di innocenza per capire come far andare avanti il mondo. Forse noi adulti ci concentriamo sugli ostacoli, ignorando il margine che ci resta per agire.
È proprio vero che, se l’ingegno e l’astuzia servono a trovare soluzioni, l’innocenza e il candore possono salvare il mondo.
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