Non rassegniamoci, ma impariamo l'arte dell'accettazione
Accettare: consentire ad accogliere, a ricevere.
Rassegnarsi: riconsegnarsi, rimettersi all'altrui volontà rinunciando alla propria.
Se nell'uso comune il significato di questi due verbi può essere facilmente equivocato, il dizionario ci può venire in aiuto.
Già nella definizione infatti possiamo rintracciare la differenza nella coppia di termini. Accettare presuppone un'azione, rassegnarsi rimanda invece alla totale passività.
Quante volte ci è capitato di gettare la spugna, vivere una situazione fastidiosa, sopportando semplicemente ciò che ci tocca? Questo significa abbandonarsi completamente allo scorrere delle cose senza cercare minimamente di cambiarle.
Accettare invece significa accogliere, essere in pace, non opporsi agli eventi che a prima vista possono sembrare negativi ma trarne giovamento per nuovi insegnamenti di vita, cercando invece altre strade per la felicità.
L'energia che si impiega nella negazione della realtà torna a essere libera e disponibile nel momento in cui si cerca una soluzione creativa al pantano nel quale ci si ritrova.
Fino a quando si rimane dentro il rifiuto si sarà prigionieri di un circolo vizioso.
Qualche esempio?
Una situazione classica che possiamo ritrovare nella vita quotidiana è essere in ritardo ad un appuntamento.
Magari ci troviamo in mezzo al traffico, bloccati in coda, e continuiamo a innervosirci pur sapendo che il nostro cambiamento di umore non farà svanire per magia la fila di macchine.
Se ci si confronta con una situazione meno “quotidiana”, il confine tra accettazione e rassegnazione è molto sottile se parliamo del lutto di una persona cara.
Quando scompare siamo arrabbiati con il mondo e daremmo qualsiasi cosa per riaverla con noi, pur sapendo che è impossibile. La rassegnazione senza la piena accettazione influenzerà per sempre la nostra vita, perchè la rabbia, la tristezza e il senso di impotenza continueranno a permanere.
Potremmo costruirci un'identità senza le nostre gioie ma non senza le nostre sofferenze
Accogliere con serenità rappresenta invece la fase finale di un dolore, in cui, nonostante tutto, si impara a vivere e non a sopravvivere.
L'accettazione è un processo fondamentale anche nelle relazione con le persone: è infatti necessario accogliere una persona così com'è, senza avvertire il desiderio di cambiarla. Quest'ultimo infatti è uno dei fondamenti delle relazioni di coppia, in cui si può comunque cercare di migliorare insieme riconoscendo pregi e limiti dell'altro.
Cambiare le nostre reazioni
La differenza fra dolore e sofferenza è il risultato del nostro livello di accettazione. “Non possiamo cambiare quello che ci accade, ma possiamo cambiare la nostra reazione”.
Erin Olivo, psicologa e assistant clinical professor of medical psychology alla Columbia University spiega come affrontare l'accettazione nel libro “Wise Mind Living” (Vivere con una mente consapevole, ), già grande successo nelle librerie americane.
Un concetto fondamentale nel libro della Olivo è l'accettazione come strategia di vita.
«Accettare non significa che ci debba andar bene qualsiasi cosa succeda o che dobbiamo gettare la spugna».
Al contrario, l’accettazione è una strategia pratica. «È un’attitudine, uno stato mentale che ci permette di fare i conti con le cose difficili che ci capitano e che non possiamo cambiare. L''accettazione permette di rispondere consapevolmente anziché, semplicemente, reagire ad una situazione».
Nel valutare le difficoltà della vita, infatti, le emozioni giocano un ruolo fondamentale. «I sentimenti non ci accadono semplicemente, ma seguono un percorso ben preciso: c’è un innesco, cioè un evento scatenante, un’interpretazione di quest’avvenimento, un bisogno di agire, un’azione e le conseguenze dei questi atti che, spesso, generano emozioni di ritorno».
Ad esempio si può cercare di ridurre le situazioni che scatenano un'emozione negativa cambiando la risposta a questi fatti.
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Come si pratica
La buona notizia è che l’accettazione è una capacità che tutti possono imparare, prendendo sempre in considerazione pochi, semplici, passi, consigliati anche nel libro della dr.ssa Olivo.
1) Fermarsi
Quando vi sorprendete in un atteggiamento antagonista rispetto alla realtà, cercate di non reagire immediatamente e cambiate postura. Raddrizzate la schiena, aprite le spalle, respirate profondamente.
2) Prestare attenzione
Individuare i momenti di non-accettazione. Tutte le volte che vorreste che le cose vadino diversamente si tratta di occasioni per scegliere l'accettazione.
Tutte le volte in cui, durante la vostra giornata, vi trovate in modalità di non-accettazione, guardate la situazione con cui avete a che fare e ripetevi la frase: “È quello che è”. La tensione comincerà subito ad allentarsi.
3) Prendersi cura di sè stessi
Siate pazienti con voi stessi e ricordatevi di esserlo con frasi del tipo: “Non mi piace questa situazione, ma ci posso convivere, passerà. Devo essere paziente con me stesso, mentre vivo questo momento”.
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