Non sono mai soddisfatto di me stesso… Perché?
Non va bene, potresti fare di più…
Sei sempre stato il peggior nemico di te stesso.
A scuola passavi pomeriggi interi sui libri e ti sembrava di non sapere niente, poi invece alle interrogazioni andavi benissimo.
All’università, anche se prendevi 30, pensavi sempre che avresti potuto fare di più.
Nel lavoro e nella vita quotidiana sei sempre pronto a criticare te stesso; nonostante i tuoi successi c’è una vocina nella tua testa che sussurra “non va bene, questa cosa potevi farla meglio”.
Se ti riconosci in questi comportamenti, probabilmente sei anche tu un perfezionista.
Secondo studi scientifici, c’è un perfezionismo sano, che porta al desiderio di migliorarsi continuamente per eccellere, e uno malato, che porta a sentirsi sempre insoddisfatti e ipercritici nei confronti di se stessi.
Quando il perfezionismo diventa patologico?
- Quando gli standard a cui tendi sono troppo alti e irrealistici, e il fatto di non riuscire a raggiungerli ti fa sentire un fallito;
- Quando ti punisci in modo eccessivo se compi un errore, ci rimugini sopra e non riesci a perdonartelo. Temi che per uno sbaglio tu possa perdere la stima degli altri, perché la cosa che ti fa più paura sono le critiche;
- Quando arrivi a dubitare di te stesso e delle tue capacità, tendendo a fare solo le cose che già conosci per non mostrarti vulnerabile.
La tua eccessiva preoccupazione di non commettere errori e la tua dipendenza dall’approvazione degli altri possono portarti ad evitare tutte le nuove esperienze, perché la paura di fallire inibisce il tuo bisogno di vivere liberamente.
Così ti chiudi in te stesso e nel tuo mondo, frequentando sempre gli stessi amici perché se conoscessi persone nuove avresti l’ansia di doverle conquistare mostrandoti intelligente e infallibile. E se qualcuno ti fa una battuta ti offendi a morte, perché ti senti ferito nell’orgoglio e scambi lo scherzo per una critica, che scalfisce la tua immagine perfetta rendendoti vulnerabile.
Cosa fare?
Il perfezionismo spesso nasce dall’educazione ricevuta in famiglia e a scuola, dall’idea che per avere l’affetto degli altri bisogna prima soddisfare le loro aspettative, e dalla forte competizione che si è scatenata nella società di oggi.
Il perfezionismo può dipendere da una bassa autostima, per cui si cerca di conquistare l’approvazione degli altri eccellendo in tutto ciò che si fa, o, al contrario, da un’alta opinione di sé, che porta a voler tenere sempre tutto sotto controllo per non abbassare la valutazione eccellente che si ha di se stessi.
In entrambi i casi, il perfezionista si sottopone a una pressione continua che alla lunga può avere gravi ripercussioni sulla psiche e sul corpo, compromettendo la sua serenità e la sua salute.
Se sei caduto anche tu in questa trappola, impara a essere più indulgente con te stesso e a riconciliarti con i tuoi limiti, perché essere vulnerabile non ti rende meno valido. Meglio una sana imperfezione che una malata ossessione per qualcosa di irraggiungibile, non credi?
di Rosa Cambara
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