Odio gli sprechi (e gli indifferenti)
Ultimamente si fa (giustamente) un gran parlare di ambiente, lotta all’inquinamento e al riscaldamento globale.
Al fatto che, se non smettiamo praticamente subito di sommergere la terra di rifiuti sarà lei a soffocarci con la nostra stessa spazzatura.
Credo nel karma. Tutto il male che stiamo facendo al nostro Pianeta, se non troviamo subito un modo per fermare tutto questo e "scusarci con lui", prima o poi ci tornerà indietro con tutti gli interessi, come un’enorme ondata maleodorante.
Credo anche che, in qualsiasi conversazione, si possano elevare le discussioni ai massimi sistemi. Giusto e sacrosanto. Ma a patto che si giunga in seguito a un discorso costruttivo.
Alle volte ho l’impressione che molte persone si crogiolino e si beino della loro intelligenza e capacità espressiva, facendo poi poco a livello concreto.
Ma soprattutto che ci sia la tendenza a unirsi con chi la pensa esattamente alla tua stessa maniera. E, come regola base della filosofia, intesa come studio del pensiero e della sua evoluzione, non esiste tesi senza antitesi, risoluzione senza conflitto fra due parti.
Ecco perché chi fa discussioni sterili per me è assolutamente uguale rispetto a chi vive nella totale indolenza.
Ciascuno è chiuso nella propria roccaforte di convinzioni, con il risultato che risulta molto difficile fare un passo avanti, giungere a un compromesso.
Stamattina, quando ho visto l’ennesima confezione di insalata ancora intera navigare nella spazzatura della cucina, accompagnata da una deliziosa metà mozzarella di bufala buttata da qualche coinquilino noncurante, oppure i cumuli di plastica per terra quando pochi metri più in là troneggia un cassonetto mezzo vuoto, mi è venuta in mente la poesia di Antonio Gramsci, “Odio gli indifferenti”. E, in particolare, questa frase:
“Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico (di valore universale) può generare, non è tanto dovuto all’iniziativa dei pochi che operano, quanto all’indifferenza, all’assenteismo dei molti”.
Non credo sia questione di ignoranza. Al giorno d’oggi, quando con un click, semplicemente digitando una parola su un motore di ricerca hai la conoscenza del mondo sotto gli occhi, non sapere che il fatto che il mondo stia implodendo su se stesso dipenda anche da te, è indifferenza, noncuranza…menefreghismo.
L'ignoranza è una comoda scusa.
Anche la non scelta è una scelta a tutti gli effetti. Ed è molto facile criticare chi, invece, ha il coraggio di farsi avanti e diventare padrone della propria vita. Soprattutto se il suo agire riguarda il bene comune e non il proprio piccolo orticello.
Ecco perché, la crisi ambientale che si sta abbattendo sulla nostra Terra mi ha riportato alla mente le parole del filosofo; fin quando non si arriverà alle estreme conseguenze delle nostre non-azioni non risulterà chiaro e evidente quanto l’indifferenza sia anch’essa una colpa.
“E questo ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non é
responsabile”.
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