Omegle, meglio restare anonimi
12.01.2016 15:04
Di chat instantanee ne è pieno il mondo. Cosa distingue Omegle dalle altre?
La piattaforma web , nata nel 2008 dalla mente del diciottenne Leif K-Brooks, sta tornando in auge. Il social con un’omega per simbolo permette agli utenti di comunicare con estranei senza doversi registrare. Un po’ AOL ( America On Line) , un po’ Chat roulette, il servizio accoppia persone casualmente in una sessione di chat one-to-one. La conversazione è anonima e lo slogan Talk to strangers! non lascia spazio al dubbio. Nel 2009 inoltre è stata introdotta anche la video chat.
Omegle consente anche di attivare lo Spymode, meccanismo che collega tre estranei. Ciascuno dei partecipanti può formulare una domanda per stimolare la conversazione su un determinato argomento, senza avere però possibilità di intervenire . In poche parole si lancia il pomo della discordia lasciando gli altri due utenti a discutere fra loro. La modalità è ancora in versione beta. Il sito è adesso sbarcato su Android. iOS e PalmwebOs.
Connessi anche con Facebook? Si, ai fini di incontrare sconosciuti con gli stessi interessi, basandosi sulle pagine preferite. In mancanza di corrispondenze, gli utenti saranno comunque accoppiati random. Il sito è inoltre fornito di un sistema antispam che interagisce periodicamente con gli iscritti per evitare spiacevoli sorprese. Il rischio, che di fatto si è verificato, è che molti utilizzino Omegle per diffondere contenuti sessualmente espliciti. Successivamente K-Brooks ha introdotto un sistema che rileva le nudità e banna automaticamente l’utente.
A parte il problema di incorrere in strani personaggi, Omegle sembra uno specchio
perfetto della società. L’anonimato nasconde l’identità e ci dà possibilità di essere più espliciti, disinibiti, meno attenti alla persona che abbiamo di fronte. Parlare con estranei dei nostri più intimi segreti può risultare una valvola di sfogo, ma al 99% fine a sé stessa. Troppe pressioni sociali che non ci consentono di essere naturali? Il rischio è esattamente l’opposto a mio parere. Se dimentichiamo la nostra identità, possiamo essere chi vogliamo e, nello stesso tempo, non essere nessuno. E lo spymode? Non riesco a trovare il motivo per cui sarebbe piacevole assistere a una conversazione senza alcun potere di intervento.
Nulla di nuovo sul fronte occidentale, sono problemi che esistono dalla nascita delle webchat. Ma se continuano a spopolare un motivo ci sarà.
Irene
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