Ominide e Donnaccia. Chi a caccia e chi in cucina. Breve storia del focolare domestico

Nulla da mangiare
Quello che sto per dirvi non ha fondamento scientifico né validità empirica. Siete altamente autorizzati a non leggerlo. Racconta una possibile storia, tra le tante assurde favole tra il comico e il grottesco, che narra di noi donnette e voi, omuncoli, entrambi divertenti esperimenti dell’Universo su questa Terra. L’inizio è epico, favolistico, come vuole la tradizione. Sul perché l’uomo non trova mai nulla nel frigorifero.  Andiamo a cominciare…
 
Cip&Ciop

C’era una volta una coppia di amici, Cip&Ciop, due neuroni che abitavano la materia grigia di un uomo qualunque, rappresentativo del genere maschile, Ominide. Cip&Ciop correvano sull’unica rotella che Ominide possedeva e in questo gioco di corsa, a un certo punto, Cip disse all'altro "caspita! Non ci vedo più dalla fame!". Accecato dall’appetito, si scontrò, involontariamente, contro l’amichetto e arrestò così l’unico moto rotatorio che fungeva da attività cognitiva di Ominide.

La fame muta di Ominide

La fame di uno, devastò anche l’altro e con sé la facoltà intellettiva di Ominide che, ammutolito, cadde in ginocchio innanzi al frigorifero. Con le fauci spalancate, nella vana ricerca di qualsiasi cosa da mettere sotto i denti, Ominide fu colpito, accecato dal bagliore di un neon che illuminava le insondabili profondità di un frigovuoto! Niente, manco un uovo sbatutto. Rimase così per giorni…

Il terzo giorno Cip decise di compiere uno sforzo e recarsi al mercato a fare la spesa, mentre Ciop restava a guardia del frigo e del povero deficiente, ancora in ginocchio. Un miserabile, abbandonato a se stesso, nel freddo di un focolare domestico disabitato e che più non scalda. Ma com’è potuto succedere?

Donnetta&Donnaccia

Nel frattempo Donnetta, si era affermata, arrampicatasi sul gradino più alto della scala sociale dell’emancipazione, aveva gridato "Basta vita domestica!". Ormai il suo antico retaggio di casalinga era perduto. Donnetta si era fatta Donnaccia, affermatasi oltre la carriera, raggiunto Ominide in qualunque luogo dell’esistenza in cui lui si fosse imbattuto (quando stava solo fermo davanti al frigorifero). Effettivamente le è convenuto. Possiamo già vedere che la colpa di quanto accade non è mai solo da una parte.

Cucina con-fusion

 

Intanto il povero Cip attraversava le pericolosità di un vasto mercato culinario, dove tutto era a portata di mano, ma non per tutti, e senza nessuna pietanza. Era nel pieno della con-fusion. Nessuna vivanda ben identificabile o riconducibile a una sola tradizione. Ingredienti mischiati, ruoli scambiati, la missione da compiere era ardua. Che cosa portare da mangiare a casa?

A un certo punto, apparve in soccorso, una frotta di genti cocenti. Erano ‘travestiti’ di bianco, avvolti dai fumi e apparecchiati con stoviglie. Erano il popolo degli Chef. E via a manetta pasta di zucchero pure per la ceretta, intingoli su un’unica patatina (utilissima a sfamare un bue, Crikko&Cracco non vale un fracco!), estratti di tuberi e bacche (il torsolo e l’ortolano lo ricordate?). Era una cucina dinamica e vernacolare, tra una padellata in faccia e una sb(r)occata di sapore, un insulto e un’umiliazione gratuita, quanto carattere e sapore in ogni vivanda! Ma Cip sapeva che tutto questo ben di Dio non avrebbe mai sfamato davvero Ominide della sua ciclopica fame. Così, nel frastuono generale, si rivolse alla massa culinaria “A regà! Mo basta con queste fregnacce cavolo. Quello c’ha fame!"

Corse via lontano, attraverso i grandi padiglioni delle mode eno-gastronomiche, fu affascinato da casari, caciare, (ba)geishe del sushi mediterraneo (buono!), gratta-checcari, porchettari veg e tutte le meraviglie che la più grande Exposizione Universale potesse offrirgli. Eppure. Eppure non trovò cibo da portare al suo ritorno.

Casalinga e le altre

Donnaccia, nella sua continua istanza rivoluzionaria e polemizzante, aveva deciso che per affermarsi nuovamente, doveva tornare a ’okkupare’ le cucine un tempo abbandonate. Così disse a se stesse (plurale voluto, dato dalla psicosi multipla che investe la donna media) "Basta inseguire Ominide! Ora che siamo diventate un Vero Uomo, dobbiamo tornare in cucina!”. Tornò al focolare, ricondusse la sua vita a km zero (ovviamente in tutto ciò non sì curò di spostare Ominide da davanti al frigo). Divenne nuovamente casalinga, un tempo disperata, ora affermata. Mentre lei si costituiva in apposite federazioni a lei, dedicate (Federcasalinghe esiste davvero e non me ne voglia), diventava anche foodblogger, scriveva di cibo (ma lo cucinava?), si cimentava  all’uncinetto, era rappresentante d’istituto alla scuola dei figli (che quando educava non si sa). Girava, senza pace, per le aziende agricole locali a fare la spesa. Era insomma tornata a ricoprire il suo ruolo! Quale?! E poi, nei ritagli di tempo, in tutto questo da fare, si dava, alla maniera ‘zitta e lava’, alle faccende domestiche di un tempo.

La Val Sugana

Ma non poteva funzionare a lungo. Ominide non mangiava e Donnaccia aveva il suo patogeno da fare. Che successe allora? Andarono perduti nello scambio di ruoli e mansioni. Mentre Cip vagava, giunse a una capanna fatta di mattoni (niente sogni ma solide realtà), il comignolo sfumacchiava e dentro, il focolare era acceso. Entrò e vide il calderone. Che incanto! Trovo il crogiuolo caldo e la Nonna Valsugana che gli servi un’amorevole tazza bollente … di polenta! Fu fatto prigioniero per giorni, ingozzato allo schiatto, e lì ebbe la visione-soluzione a tutta questa carestia.

Un uccelletto non fa primavera

Cip si recò a casa, trasse Ominide via dal frigo, catturò Donnaccia e le altre identità al seguito, e andarono tutti insieme da ‘tua nonna in cariola’. Valsugana imbastì un’epopea di vivande che ristabilì la digestione dei dovuti processi. La Nonna, unica detentrice di un'antica saggezza e sapienza culinaria, fece a ognuno un dono dalla sua dispensa. Tutto tornò a posto. Presto fatto. Cotto  e mangiato, un uccelletto volò alto nel cielo, non fu la primavera, furono fagioli alla romana. E che fai scusa, non te ne mangi due?

Fine

di Laura Pugliese

 
 

 

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