Orto in casa? Ci pensa lo smartphone
Siamo abituati a vedere il cellulare come un oggetto che permette la continua reperibilità.
L' altra faccia della medaglia, però, è lo stress e il desiderio, alle volte, di staccare con tutto e tutti. Ma il famigerato telefonino è anche un mezzo, uno strumento che facilita la vita. Da questo aggeggino può dipendere persino una sana alimentazione. In che senso?
Orto 2.0
Amate le verdure a km 0, consegnate direttamente dal produttore al consumatore? Grazie a un team di sei amici romani, ricevere fresche primizie direttamente a casa risulterà sicuramente più facile. Marco Tomarelli, Lorenzo Artibani, Stefano di Febbo, Gianluca Nardo, Flavio Ottaviani, laureati in Economia, hanno creato Orto 2.0, startup di coltivazione da remoto che consente a chiunque di far crescere il proprio orticello coltivandolo a distanza.
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Come? Grazie al proprio smartphone. Tutto è cominciato con un laboratorio promosso dall'Università di Roma Tor Vergata in collaborazione con Next, associazione che promuove nuove forme di economia sostenibile. In seguito il progetto Orto 2.0 è approdato alla prima edizione di Coopup Roma, concorso volto a creare nuove aree di co-working, nascita di startup e cooperative.
Come funziona
Si può scegliere un lotto della misura minima di 50 mq, in grado di soddisfare il fabbisogno di una famiglia di tre persone. Il cliente potrà, grazie ad un'interfaccia dell'app particolarmente intuitiva, selezionare il prodotto da coltivare. Inoltre, in chat, si avrà a disposizione un agronomo che darà consigli necessari per una corretta coltivazione.
L' orto sarà inoltre monitorato 24 ore su 24 da una webcam. Una volta messo a frutto il raccolto, l'utente potrà scegliere se ricevere, ritirare sul posto o scambiare il surplus di produzione al fine di evitare sprechi.
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Oltre agli strumenti di controllo infatti, l'orto 2.0 è una vera e propria community di scambio e consulenze. Previsti anche appuntamenti on call con gli agronomi, per ricevere consigli sull'uso di uno specifico ortaggio o frutto.
Orto 2.0 non è solo digitale: verranno anche organizzati incontri direttamente nei lotti adibiti alle coltivazioni.«Sensibilizzare le persone alla cultura alimentare è un nostro obiettivo» afferma Febo.
Imparare dalla natura
La connessione tra natura e istruzione è un tema molto attuale: anche il team della startup green si è infatti rivolto alle scuole primarie come strumento didattico e sensibilizzazione alle tematiche ambientali e nutrizionali.
Si sta infatti sperimentando l'alternanza scuola-lavoro con i ragazzi degli Istituti agrari, introducendo anche pratiche di riabilitazione psichiatrica attraverso l'orto terapia.
Il team è alla continua ricerca di terreni e vuole battere diversi canali attarverso bandi comunali, regionali o nazionali oppure affitto o concessioni da parte di comuni circostanti, per garantire un servizio distribuito in maniera omogenea.
Prossimi progetti? L'apertura di un franchising: «Proponiamo di dare la possibilità a chiunque abbia un terreno inutilizzato di poter creare valore e renderlo redditizio tramite la possibilità di appoggio alla piattaforma digitale. E, ovviamente, mantenendo determinati standard qualitativi».
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