Pane in cassett@: se il forno sotto casa incontra l'e-commerce
Cercare gli ingredienti per una ricetta, calcolare il percorso su Google Maps, scorrere la bacheca di Facebook.
La maggior parte delle persone sfrutta Internet per queste attività, senza individuare le grandi potenzialità che offre la rete. Anche nel campo dell’ e-commerce siamo abituati a pensare solo ai grandi colossi quali Amazon o Alibaba. Ma che succede se le piccole attività incontrano la potenza del web?
Pane in cassett@, il fornaio dentro casa
Antonio Follador, responsabile nello storico omonimo panificio di Pordenone, proprietà di famiglia da tre generazioni, ha voluto sfidare un tabù: l’idea che il pane debba necessariamente durare 24 ore per non risultare vecchio. Perciò, perché non creare un sistema più funzionale sia lato produttore che consumatore?
«Se volevamo cambiare marcia era necessario iniziare cambiando il pane che producevamo, lasciando spazio a nuovi sistemi». Quindi non solo grani e farine più ricercati e costosi ma anche una svolta radicale nella vendita, dovuto al cambiamento di abitudini della società.
Soluzione?
Pagnotte da un chilo, un chilo e mezzo, fatte col lievito madre, che durano fino a sette o otto giorni. Chi lo compra non deve così rifornirsi per forza quotidianamnete e chi lo produce non si deve fare levataccia per garantirne la fragranza mattutina. Un metodo vantaggioso per tutti e che, peraltro, consentirebbe di limitare gli sprechi, considerata la quantità di pane che si butta ogni giorno.
Ulteriore vantaggio? Gli ordini arrivano direttamente a casa ed è disponibile una vasta gamma di prodotti, dai formati più tradizionali, al pane alle noci fino ai dolcisoffici , golose alternative quali la pagnotta dolce all’arancia e cioccolato o integrale con i mirtilli.
Certo, il rischio è perdere la dimensione delle piccole attività di quartiere. Ma di questo passo, chissà se fra dieci anni esisteranno ancora…
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