Paura del tempo che passa? Osserva gli over 65...e copiali
"Magari arrivassi a 80 anni come zia Augusta"
In pochi ammetteranno di averlo pensato almeno una volta nella vita (anche se la zia in questione si chiama Carmela, Lucrezia o Nunzia), ma tutti - o quasi - lo abbiamo fatto. E se ne sono accorte anche le società di mercato: non che siamo anziani dentro, ma che gli anziani hanno una marcia in più. Leggere l'inchiesta Ipsos intitolata I senior di oggi in Europa. Sentirsi utili per invecchiare bene per credere.
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Vecchio a chi?
Gli anziani italiani sono particolarmente attivi e partecipi. Prendersi cura dei propri cari rappresenta un vero e proprio antidoto contro le malattie. Se non ci fossero i nonni, bisognerebbe inventarli, in quanto sono, al tempo stesso, collante e colonna portante della famiglia. Il loro coinvolgimento nella vita di figli e nipoti è considerevolmente maggiore rispetto ai coetanei europei.
In Italia gli over 65 sono in prima linea nella gestione della routine domestica, e tessono con pazienza e impegno il filo che li unisce alle generazioni più giovani. Quasi la metà di loro dichiara di offrire sistematicamente consigli a figli e nipoti (la media europea è del 27%). Contestualmente si occupano di rinsaldare i legami familiari, organizzando incontri e ospitando i parenti durante le vacanze. Ne deriva una percezione di sé positiva, in quanto alimentata da stimoli esterni continui e gratificazioni sul piano relazionale. Circa l’80% degli anziani italiani afferma di sentirsi ancora utile. Il sale della vita, dopo i 60 anni, sono i figli e l’autosufficienza.
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Il primo passo verso la felicità? Accettare lo scorrere del tempo
Vivere con serenità i propri anni, valorizzare le esperienze fatte e trarne insegnamento ha ripercussioni positive non solo sullo stato d’animo e sul modo di porsi agli altri, ma anche sulla salute. In un’intervista lo psicanalista Massimo Ammaniti ha spiegato che un atteggiamento di negazione verso la propria età facilita il deposito sui neuroni delle placche senili caratteristiche dell’Alzheimer.
Completano il mosaico della felicità evergreen due elementi tra loro correlati, curiosità e predisposizione verso gli altri. Alimentare con costanza l’interesse nei confronti di cose e persone, darsi scopi da raggiungere, è un modo per imprimere senso e direzione alle giornate. Sapere di avere un obiettivo da costruire regala un senso di pienezza vitale, e, se il traguardo prefissato è condiviso, fa sentire utili. L’appartenenza è una condizione fondamentale, perché scongiura la solitudine e le sue tossiche ripercussioni.
Prendersi cura della propria rete relazionale è un’abilità preziosa ad ogni età, ma assume un’importanza cruciale per gli over 65. Avere una vita sociale appagante, infatti, incide anche sul benessere del corpo. Secondo uno studio condotto dalla rivista PLoS Medicine un’accentuata predisposizione verso gli altri aumenta del 50% le probabilità di longevità rispetto a chi ha pochi contatti con l’esterno.
Insomma, più del mero dato anagrafico, a fare la differenza tra una vita a colori ed una grigia sono le cose a cui decidiamo di dedicare attenzione, tempo ed energie. Tutto ciò che dona un senso di appagamento, influisce positivamente sulla percezione di sè. E l’autostima è l’unica chiave inossidabile capace di aprire la porta verso la gioia e la salute. Indipendentemente da rughe e capelli bianchi.
Quando le cose non mi divertono, mi ammalo (H.B.)
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