Pazza pazzia. A ogni matto la sua follia
Scacco Matto alla Santa Pazienza!
Io non ho pazienza. Lo ammetto. Però sono pazza. E questo che c’entra? Mi direte. C’entra eccome, perché pazienza e pazzia hanno in comune l’etimologia della parola patiens. Paziente è chi patisce, come il pazzo, soffre e sopporta qualcosa. Ecco a voi, quel pathos che è tensione patemica (pathein) dell’animo che si rifà al patire. Insomma, come la metti la metti soffri? Un po’ di pazienza e vediamo come risolverla.
Sconcertante bizzarria
Va bene la pazzia se è genialità, intuito, improvvisazione e creatività. Però no, non è questo che m’interessa, tanto meno l’essere folli e affamati. Ma che me ne importa. Il mondo è matto, come quel tale malato di mente che si comporta come un cavallo imbizzarrito, la sua frequenza è sconcertante, come una vibrazione fuori dal coro del buon senso comune. Ma che fa?
Datti alla pazza gioia
Fa stranezze, dimostra di avere poco senno. E si agita, ride, guarda e parla come un pazzo. È talmente furioso, che va legato. Guarda che occhi che ha! Troppo stravagante, fa scherzi, ed è allegro e spensierato. Ma come? Non soffriva di un dolore tale da farlo uscire di senno? Ennò cari miei! Smettiamola di giocare a nascondino dietro un’insensata, conformante, e per questo non di meno inquietante, assennatezza e normalità. Quanti di voi non vorrebbero darsi alla pazza gioia? Già perché anche lei lo è! Un godimento sfrenato di una vita che tanti, invece, vivono a pedali o tenendo stretto il freno a mano.
E non parliamo poi delle stagioni. Nessuno di voi ha mai vissuto un’estate pazza, che per agenti atmosferici o sentimenti l’ha fatto uscire fuori di sé, rompendo ogni equilibrio? Vi anticipo, tanto per amore di semantica, che alle sopra citate parole lassù (pazienza e pazzia), ci aggiungiamo pure la travolgente irruzione della passione. Poi vediamo perché. Ma intendiamoci meglio, vediamo esattamente cosa sia altro da pazzia.
- Follia è diversa dalla pazzia, perché è una fluttuante leggerezza di mente, tipica di chi si perde in discorsi vani. Fuori uno.
- Matto è diverso pazzo perché, a metà tra i due citati prima, è più che altro ridicolo. Infatti fa cose strane dettate dalla sua mente leggera. Fuori due.
- Mentecatto è diverso pazzo, perché lui ha davvero una lesione mentale grave e abituale. Fuori tre.
- Furioso/Frenetico è diverso da pazzo perché, entrambi, ne incarnano il sommo grado e sfociano in atti violenti. Fuori quattro.
- Poi c’è il Forsennato, l’ultimo, che va fuori di senno senza perdere necessariamente la ragione.
Accendi la miccia
Bene adesso abbiamo un po’ più di chiarezza. E venitemi a dire, se la quotidianità non è popolata di tipologie frenasteniche simili. Uffici, supermercati, palestre, centri commerciali, e tutti gli altri grandi luoghi della post globalizzazione, brulicano di schegge impazzite di ordinaria follia, che vagano come mine in cerca di esplosione. Tutte micce potenziali nascoste sotto il velo, ingannevole e illusorio, della loro presunta normalità e sensatezza, senza uscire mai allo scoperto o fuori dai gangheri. Certo perché il pazzo è dannoso! E scommetto che nessuno vorrebbe amare pazzamente o essere amato appassionatamente da qualcuno magari…
Impara a fare il pazzo
Pazzi si nasce, se c’è un ramo in famiglia, o possono essere dati validi segni di alterazione temporanea o persistente. Imparare a fare il pazzo, prima di arrivare al tilt che ti fa saltare e manda fuori, ti conviene e ha un valore aggiunto per un semplice motivo. Puoi entrare e uscire consapevolmente da questo stato, senza aspettare di arrivare a quell’estremo limite di sopportazione che ti mette sotto forte pressione. Governa la tua botta di pazzia personale, fai disordine quando non serve, sii consapevole e presente alla tua stessa pazzia. Fai il caos, scardina l’ordinario, il quotidiano e poi metti a posto. Scacco matto, il dado è tratto!
Ora capiamoci meglio con l’aiuto di tre persone: Platone, Aristotele e San Paolo, ma avrò un altro grande ospite. La filosofia greca antica, a differenza della moderna psichiatria e psicologia, che intende la pazzia come fenomeno psicotico, stava molto più avanti (questo almeno, secondo il mio parere del quale potrebbe fregarvi poco).
Regalati pazzia. Fatti un dono divino
Platone concepiva la pazzia come uno stato di straniamento dalla riflessione razionale che permette di raggiungere verità ulteriori, altre e supreme. La pazzia, che mette in relazione delirio ed entusiasmo, nelle sue forme è profetica, divinatoria, poetica (ispirazione) e delirio erotico. Essa è un dono divino ben superiore all’assennatezza, che conduce ognuno alla propria essenza e al vivere più autentico. Ancora a fare gli scettici schizzinosi? Fatevi questo regalo che il cielo, in potenza, già vi ha elargito!
Saggia follia
Aristotele ridimensiona tutto e ci riporta alla normalità, ci fa rientrare in una misurata e solida saggezza, di gran lunga superiore a qualsiasi altro dono divino. Contento lui, contenti tutti. Ma a me, sembra una follia, un ragionamento simile. Ci vuole la forza di uno scandalo…
Pietra dello scandalo
Pietra dello scandalo, manco a farlo di proposito, è San Paolo. Nella Prima Lettera ai Corinzi elabora quello che sarà il pensiero cristiano intorno alla concezione della ‘follia della fede’ e della ‘croce’. Vuol dire che la fede cristiana richiede un’attestazione acritica, totale e passionale alla Parola. Una prova di fiducia cieca, priva di ragionamento o verifiche empiriche. Lo ‘scandalo della croce’ è follia. Perché?
Pazzo come un povero Cristo
Ultimo ospite…Gesù, quello crocifisso! Testimone esemplare dell’elogio della follia umana. E la croce ne è il simbolo stesso, il modo più folle di inchiodare e giudicare la vita di qualcuno che invece ci è venuto incontro. La follia di Gesù è stata proprio quella di averci assecondato nella nostra. Ditemi adesso, chi è normale? Dio o chi per lui, fate voi, non poteva salvarci con la Sapienza, della quale abbiamo sempre creduto di essere detentori, quindi ci ha redento con la nostra stessa infermità.
Elogio della follia
Siamo tutti pazzi quando amiamo o andiamo incontro al nostro amore possibile o impossibile. Quando abbiamo fede in qualcosa, ci appassioniamo per ideale o crediamo a una verità che va oltre a noi, perché sopra di noi sta. Poi siamo anche pazzi per uno sport, una squadra, un hobby, una persona, un attore, un cantante… ma queste sono cose minime. Però rendono bene conto di quanto vivere senza sarebbe un vero manicomio. Capitemi bene tuttavia. Che non si sappia troppo in giro. Sareste presto crocifissi.