Per farti assumere in Inghilterra devi avere il fattore “C”
Intraprendere una vita all’estero è come costruire una casa
Ogni singola azione/scelta è come un mattone. Consapevolezza di sé e del contesto in cui si agisce - come pure una sana dose di pragmatismo - sono indispensabili per dar vita a qualcosa di solido, durevole e, in definitiva, soddisfacente. Dopo il trasferimento in UK e il disbrigo delle pratiche burocratiche necessarie a non essere un “fantasma” per lo Stato, arriva il momento di mettersi – seriamente – alla ricerca di un’occupazione.
Così, inizi a “seminare” candidature multiple e parallele, talvolta anche per profili molto diversi, finchè arriva il tanto atteso momento. Il tuo curriculum attira l’attenzione di un’azienda. A questo punto rimane solo (si fa per dire) un passaggio a separarti dal lavoro che stavi aspettando. È il colloquio, momento decisivo che potresti essere costretto a giocarti in una manciata di minuti. Ecco tutto quello che devi sapere per sfruttarli appieno.
Chiarezza e concisione: gli “accessori” che fanno la differenza
Per prepararti al meglio alla job interview, devi scavare le fondamenta ancor prima di esser lì. Accertati di aver capito davvero cosa viene richiesto dall’azienda e focalizzati sulle tue risorse (interiori ed esperienziali) capaci di rispondere efficacemente. Visualizzare con lucidità le due facce della situazione ti aiuterà a rispondere con calma e autorevolezza alle domande poste, riducendo al minimo la possibilità di errori grammaticali e scivoloni linguistici.
Tell me about yourself: how would your friends describe you?
Evita i voli pindarici, e ancor peggio, non iniziare a rispondere raccontando della tua infanzia o di dove sei nato. Per chi hai davanti, quasi certamente, tutto questo rappresenta un bagaglio di informazioni irrilevanti, se non addirittura noiose. Stai sul punto: evidenzia gli elementi del tuo background umano/professionale funzionali a svolgere al meglio la posizione per cui ti sei candidato.
Fai attenzione a domande potenzialmente scivolose e insidiose come “your three greatest weaknesses?”. È giusto non bluffare o negare di averne, per non essere bollati come arroganti e presuntuosi, ma al tempo stesso evita di enfatizzarli o presentarli come ostacoli insormontabili. L’approccio ideale è quello di chi riesce a descrivere i propri punti di criticità come uno stimolo per il miglioramento e l’evoluzione personale o, addirittura a raccontarli in modo tale che appaiano come pregi.
What have you learned from your previous jobs? Why are you leaving your current job?
Assolutamente sconsigliato esprimersi in termini negativi rispetto alla posizione lavorativa che si è abbandonata. Evidentemente, manifestare la propria esigenza di trovare nuovi stimoli professionali, darsi nuove sfide e traguardi dichiarando di aver visto nella posizione offerta un’adeguata risposta a entrambi, sortirà tutto un altro effetto.
Ti chiedono come ti descriverebbe il precedente capo? Non girarci intorno. Sii diretto. Non dilungarti in dettagli, se il parere che riporti non ti è favorevole, contestualmente sforzati di non parlar male di lui.
What did you study?
L’imperativo categorico è, ancora una volta, non partire per la tangente. Stai sul tema e poni l’accento sul valore aggiunto che puoi portare all’azienda, nel caso di assunzione. Potrebbero, ad esempio, chiederti in che modo la tua formazione ti ha preparato ad assumere la posizione per cui ti candidi. Sii il più possibile concreto. Circostanzia la risposta. Fornisci esempi pratici delle tue capacità e delle cose che sai fare.
Why do you want this job?
Di nuovo, è necessario che tu abbia scavato buone fondamenta prima dell’incontro. Per rispondere nel modo più puntuale e possibile, devi esserti sufficientemente documentato sull’impresa, sulla sua cultura interna e sulla posizione offerta. Le fonti a cui attingere sono molteplici: il sito aziendale, Google e portali come Glassdoor, che mettono a disposizione recensioni e consigli, perfino su come si svolgono i colloqui.
Dimostra che, non solo porti a termine ciò che cominci, ma anche – e soprattutto – che metti passione in ciò che fai. Se darai l’idea di conseguire risultati notevoli (e in tal senso sarà importante elencare esempi tratti dalle esperienze passate) sarà più semplice convincere chi hai davanti che sei la persona giusta.
Do you have any questions for us?
Specificità e concretezza sono stati, finora, il filo conduttore della job interview. Resta sintonizzato su questa lunghezza d’onda. Non sprecare l’ulteriore occasione che ti viene offerta, nel finale dell’incontro, per dimostrarti realmente interessato. Com’è composto il team e quali sono le mansioni da svolgere sono solo alcune delle domande che potresti porre al tuo interlocutore.
Una volta tornato a casa, non resta che aspettare. Comunque vada, avrai messo un nuovo, fondamentale mattone, sull’ossatura del luogo che ti stai costruendo per vivere. E se non dovessi essere ricontattato, non demoralizzarti. La prossima volta sarai già pronto a quello che ti aspetta … e le percentuali di successo non potranno che aumentare!
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