Perché (e come) dovremmo liberarci della paura del silenzio
Il concetto di vuoto, nell’immaginario collettivo, ha una valenza fortemente negativa
“Quando chiudo la porta dietro di me, la sera, il vuoto mi assale. Il peso della solitudine è insostenibile”
“Quando non ho niente da fare, mi viene l’angoscia. Detesto il vuoto: non mi piace annoiarmi”
Eppure, vuoto NON vuol dire necessariamente malessere, perché pieno NON è sempre e comunque sinonimo di felicità: può significare, invece, sovraccarico/indigestione (letterale e metaforica).
Vuoto equivale a silenzio, libertà, distacco dagli stimoli esterni: un’ottima base per la salute fisica/mentale, lo sviluppo cognitivo e l’equilibrio emotivo.
Dove c’è rumore c’è vita? Forse, ma non quella che desideri davvero
Produrre, socializzare, sfoggiare una forma fisica invidiabile sono solo alcuni degli obiettivi con cui i media tradizionali ed i social ci bombardano con più insistenza. Così, ci convinciamo che siano quello di cui abbiamo più bisogno per sentirci soddisfatti e realizzati…e ci costringiamo a frequentare luoghi traboccanti di persone.
Il primo e più sicuro effetto che otteniamo, però, è quello di tornare a casa esausti, e pervasi da una sensazione di inadeguatezza sempre più forte: il silenzio diventa uno spauracchio, perché si accendono i riflettori sui nostri pensieri ed emozioni. Siamo obbligati a stare con noi stessi, ed ovviamente la compagnia di qualcuno che è completamente scarico non può essere piacevole…
Perché il rumore è nemico della salute
Il bombardamento di stimoli acustici danneggia il corpo e lo spirito: una serie di studi effettuati nel 2003 e nel 2006 ha infatti dimostrato che l’esposizione sistematica al rumore aumenta le pulsazioni e la pressione, con il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari.
Alcune ricerche condotte nel 2021 hanno rilevato che il frastuono incide direttamente sui livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, nel sangue.
…e perché dovremmo ritagliarci degli spazi di silenzio
Silenzio vuol dire concentrazione, raccoglimento e sviluppo della creatività. Perciò è importante ricercarlo attivamente durante la giornata: bastano pochi minuti con noi stessi per contestualizzare (e ridimensionare) problemi ed ansie, mettere a fuoco quelle che percepiamo davvero come priorità, e prendere le distanze dai (pre) giudizi e dalle indebite pressioni esterne.
Il luogo e il momento migliore per starsene il silenzio? Sta a noi sceglierlo, in base a come si articola la nostra routine…e difenderlo. L’imprevisto capace di fomentare l'ipertrofico senso del dovere è sempre in agguato, e non aspetta altro che distoglierci, ancora, da ciò che sentiamo l’esigenza di fare per noi, “solo” per noi.
Quando le cose non mi divertono, mi ammalo (H.B.)
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