Perché ogni donna possa dire: «Anch’io sono bella. E lo sono a modo mio»
30.05.2016 17:00
«La rivoluzione sta arrivando, ma partiamo dall’inizio; com’è nata? Un giorno la nostra follia ha incontrato un’azienda con un nome evocativo e due imprenditrici pronte a mettersi in gioco. Non poteva che nascere l’idea di un progetto insieme, per promuovere quello che per entrambi non è solo uno slogan ma un modo di pensare, di vivere: nella moda, come nella vita, bisogna saper essere se stessi, unici e diversi. Sempre». Hanno scelto queste parole Quelli Del Sabato, associazione di volontariato novarese che da quasi 25 anni si occupa di disabilità, per presentare l’ultima iniziativa, in ordine di tempo, che hanno promosso. Si tratta di una campagna di comunicazione sociale realizzata in collaborazione con Justmine, impresa italiana di beachwear.
Nove donne disabili hanno disegnato altrettanti costumi da bagno, per poi vederli realizzati (su misura per loro) e quindi indossarli. L’obiettivo è quello di dimostrare, con efficacia e immediatezza, che il concetto di bellezza ha un numero pressochè infinito di declinazioni e manifestazioni. Perché la sua cifra peculiare e imprescindibile è l’unicità.
«Per noi non esiste un modo unico di essere donne, di raccontarsi. E l’estetica deve convivere con il gusto e le esigenze dell’età, dei corpi e delle diverse culture».
Ciascun manifesto ha come protagoniste tre persone: una modella, una donna “comune” e una ragazza dell’associazione. «C’è una moda che è quella ufficiale, che viene comunicata dagli addetti ai lavori, che è interpretata dalle griffe ed è veicolata dalle riviste. Una moda che spesso diventa simbolo, icona, desiderio. Quella delle firme, delle sfilate, delle indossatrici che incarnano un ideale che negli anni diventa un riferimento da seguire o da sfuggire, a seconda della propria idea di bellezza. E poi c’è la moda di chi la sogna, e qui ci siamo inseriti noi. Per stimolare una riflessione e perché per noi la diversità è una ricchezza da salvaguardare».