Perchè vivere la solitudine non significa essere soli

Vi siete mai chiesti perché siamo costantemente alla ricerca di una metà, di qualcosa che ci migliori, di qualcuno che ci faccia compagnia o che, semplicemente, entri nella nostra vita?

melaEcco qualche buon motivo… seguito da qualche buona soluzione.

1)    L’essere umano è un insoddisfatto ed un insaziabile di natura.

2)    La nostra anima ci conosce e noi conosciamo lei: quello che reputiamo essere punto debole in noi stessi cerchiamo di renderlo forte nell’altra persona.

3)    La vicinanza affettiva di qualcuno permette di allontanarci dai problemi di vita quotidiana.

4)    La frenetica e costante volontà di mostrarci al fianco di una persona, meglio se felici e sorridenti, ci dà l’accesso garantito verso quel mondo contorto e selettivo che è la nostra società.

5)    La paura della solitudine.

Vivere è...vivere bene

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Siamo fatti di sentimenti, pelle ed anima. Convinti di saper gestire paure ed emozioni in ogni frangente, per natura siamo alla costante ricerca dell’equilibrio mancante, di quel fattore determinante che ci regali la via più giusta verso il benessere. Tuttavia esiste una modalità migliore rispetto alla fuga da noi stessi, che spesso porta a rifugiarci in qualcuno di, fino ad allora, sconosciuto.

 

Si chiama solitudine e no, non fa così paura. È vista spesso come il male oscuro della nostra epoca, ma questo non implica che sia una condizione negativa. Questa cara amica sarà molto simpatica, se presa nel verso giusto: non si sta da soli per “diventare persone migliori”, non serve se la affrontiamo come un’occasione per riempirci di hobby inutili o cose da fare. Questa condizione, se accolta a braccia aperte, potrà solo curarci e rigenerarci.

Perchè la paura di stare da soli è una costante?

solitudine-4Un concetto dato dalla convinzione che incontreremmo chissà quali mostri o nemici interiori o, peggio, che non ci sia niente da trovare. Il timore di non sentirsi abbastanza profondi, il terrore del vuoto. In realtà è il nulla l’unico in grado di saperci restituire quell’anima che i pensieri, le convinzioni e la ragione tendono, invece, a farci perdere. Entrare in uno spazio dove non ci sono domande da fare o risposte da dare. Basta rimanere in silenzio. Consapevoli. Senza pensieri, parole o giudizi. Per guardarsi dentro e capire chi si è veramente.

Che sia proprio questa, dunque, la soluzione alla frenesia che accompagna le nostre vite e che, spesso, ci fa sentire smarriti?

Solo dal silenzio e dal vuoto mentale può nascere un nuovo sviluppo creativo della nostra vita. Solo in questa condizione saremo davvero capaci di guardarci dentro e capire chi siamo veramente. Per essere liberi, finalmente, di scoprire la nostra natura, quella parte misteriosa che alberga dentro ciascuno.

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di Giorgia Sollazzo

 

 
 
 

 

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