Pesaro: gelosia, violenza e orrore
29.07.2015 15:57
Orrore
Non riesco a trovare una espressione diversa.
Ismaele aveva solo 17 anni.
Una vita intera da costruire!
Giorni tutti da scrivere, progetti da portare avanti, amori da vivere, fallimenti da elaborare, problemi da risolvere, esperienze da collezionare e dalle quali imparare.
Aveva TEMPO!!!
Oggi non ha più nulla. Gli è stata strappata la vita dalle mani con una ferocia che un ragazzo non dovrebbe nemmeno concepire come possibile.
Igli Metam, un ventenne come tanti, lo ha praticamente sgozzato per poi tornare alla sua giornata con tanto di bagno al lago.
I fatti
Domenica pomeriggio.
Igli, con l’aiuto di un amico -Marjo Mema- convince Ismaele ad andare al lago.
Raggiungono con l’auto della madre di Igli Contrada di San Martino. Qui è situata una chiesetta e all’esterno vi è una croce in ferro.
Igli colpisce Ismaele per poi legarlo alla croce con del nastro adesivo e cominciare una sorta di interrogatorio.
Il giovane è infatti ossessionato dal pensiero che Ismaele abbia una relazione con la sua ragazza, Ambra.
Ismaele però continua a negare e questo irrita Igli che perde la pazienza. Lo colpisce ancora e poi tira fuori il coltello con il quale sgozza il diciassettenne, come fosse una vera esecuzione.
Si ripulisce poi dal sangue e torna alla sua giornata al lago. Fa il bagno.
Viene localizzato attraverso il suo cellulare.
La ragazza, Ambra, subito dopo gli eventi aveva fatto sparire le sue tracce. Oggi dichiara invece di essere stanca di nascondersi e palesa il suo amore per Igli.
Smentisce il tradimento e afferma che aspetterà il suo amore per tutto il tempo necessario.
Dice che Igli non è un violento. È stato solo accecato dalla gelosia. È certa che non voleva uccidere Ismaele.
Lei lo conosce bene. Lui ha un animo sensibile…
***
Resto disarmata di fronte a fatti del genere e ancor di più nel leggere le dichiarazioni di questa ragazza.
Vittime ormai di una così profonda crisi valoriale da non rendercene nemmeno conto fino in fondo.
Spettatori passivi di scempi di tale livello che poi cambiano canale e tutto torna alla “normalità” (ammesso che esista una normalità).
Approfittiamo di episodi come questo per riempirci la bocca di parole contro stranieri ed immigrati; tuttavia non è così semplice da “etichettare”.
La nostra cronaca è piena di violenza ed efferatezze di ogni genere.
È tutto molto più profondo e radicato.
Portatori di un modello di famiglia che non ha più alcun confine.
Divorati dalla cura maniacale di un’apparenza che non lascia spazio all’essenza.
Educati alla violenza e alla prepotenza.
Disabituati ad una comunicazione autentica che non si filtrata da uno sterile virtualismo.
Acritici e appiattiti.
Incapaci di prenderci cura di relazioni sane.
È sul serio questo il mondo in cui vogliamo continuare a vivere?
Il mio pensiero ad Ismaele e alla famiglia straziata dal dolore.
R.I.P.
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